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anche utile per comunicare, occorrendo, colla guardia del ponte (paragrafo 191 del progetto).

"Anche il Tunnel, per cui passa l’acqua ed il vapore, può, in caso di guerra, esser utile a qualche cosa, perchè si potrà nella notte tener aperto il ponte girevole, e mantenere, mediante il Tunnel, la Comunicazione colle guardie del ponte ».

Vediamo ora, dopo tutto questo, cosa mi appone vergognosamente il dottore Cattaneo, e cosa mi vorrebbe far dire se gli riuscisse di trovar qualcheduno che glielo credesse.

(Pagina 36 della Rivista). "Ma se nell’interno di una fortezza, e dietro il forte di Marghera e le batterie di S. Secondo e S. Giuliano, e in vista a tutti i grandi canali e ai legni che li guardano, il signor Milani suppone ancora che una sorpresa militare soppravvenga non vista da un capo all’altro di un ponte rettilineo, scoperto, lungo due miglia, veduto da tutti i campanili e dalle case di Venezia, dominato da più forti, interrotto da cinque batterie sporgenti, che lo infilano e lo incrociano, s’egli crede possibili tutte queste cose, allora sarà meglio aver un largo canale senza ponte, che un ponte girevole, il quale in caso di sorpresa si coglierebbe aperto.

"Del resto queste sono tutte inezie; perchè quando un assalitore fosse padrone di tutto il ponte e delle sue batterie e dei forti circostanti, senza i quali egli vi verrebbe distrutto insieme al suo ponte in un momento, e si trovasse fino sul labbro del ponte girevole, a un tiro di sasso dall’abitato, sarebbe un nemico poco risoluto se non voltasse i tetti della città in capo a chi avesse la temerità di compromettere, contro tutti gli usi di guerra, e tutte le leggi dell’umanità, un ammasso di case scoperte. E in tal caso, non farebbe più bisogno che si divagasse — a occupare una superficie di 172 miglia quadre — come il signor Milani ci narra essere necessario per penetrare in Venezia (paragrafo 121, pagina 31 ), poiché a buon conto le gazzette dicono, che, per entrare in qualunque fortezza, basta far una breccia di pochi metri, e non prendere le centinaia di miglia".

Noi siamo ben lungi dal voler offuscare con qualche comento questo splendido testimonio della eloquenza e della lealtà del dottore Cattaneo; solo gli chiediamo il permesso di avvertirlo che se egli (pagina 35), studioso delle arti della pace e dell’economia, non dà al pubblico miglior pegno del poco che ci assicura di avere appreso nell’arte della guerra dalle gazzette e dai libri di questo secolo che va matto a parlare di queste cose, il pubblico potrà credere che egli vi abbia imparato non poco, ma nulla.

142.° Ma vediamo in somma quanto fu in questo numero dimostrato!

Mi fu offerta e garantita la creazione di tutta la strada di ferro da Venezia a Milano, cioè:

la scelta di tutta la zona e di tutta la linea;

la creazione e la compilazione di tutto il progetto;

la suprema direzione di tutta l’opera tosto che il progetto avesse ottenuto la governativa approvazione.

E ciò che mi fu offerto e garantito io ho accettato.

Quando accettai, quando giunsi in Italia, quando assunsi la direzione dell’impresa, nella parte tecnica ho ritrovato

alcune vecchie, ma buone idee, sulla zona da percorrersi, sparse dal dottore Cattaneo — la pubblica opinione smarrita in un labirinto di linee — dei conti d’avviso sul valore dell’opera, fondati soltanto sopra linee ipotetiche — un progetto astratto pel ponte di Venezia disapprovato dall’aulico Consiglio di guerra, e per esso vietato anche ogni ponte di struttura murale attraverso alla Laguna veneta.