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Discendere a questi confronti è proprio una puerilità, ma spero che ogni discreto lettore sarà convinto che io vi vengo tirato a forza dalla petulanza del dottore Cattaneo.

Il mio ponte è lungo 3547 metri — quello dell’ingegnere signor Meduna 3285 metri.

Il mio sorge sopra una linea definita e tracciata — quello del signor Meduna sopra una linea astratta, ipotetica.

Il ponte Meduna ha una grande fabbrica nel mezzo — il mio non ha nulla.

Quello costa, compreso la fabbrica ed il ponte levatoio,.... lire 3,604,900

Il mio, senza l’acquidotto, quasi due milioni di più, cioè...» 5,245,361 e con l’acquidotto» 5,801,522

Il mio fu approvato da tutti gli aulici dicasteri civili e militari, e da Sua Maestà, quantunque di struttura murale — quello dell’ingegnere signor Meduna fu disapprovato dal Consiglio aulico di guerra.

Finalmente il mio è appaltato a prezzo assoluto, senza l’acquidotto, per lire 4.499.740 e con l’acquidotto per .... 4.830,0001.

127. Il mio ponte adunque, anche in quelle parti in cui il dottore Cattaneo tentò di sorprendere il lettore, confusamente concludendo dalla simiglianza all’identità, non è eguale al ponte dell’ingegnere signor Meduna che in quello in cui non può essergli disuguale, cioè nella forma delle piazzette che si costruiscono in tutti i lunghi ponti, e nella forma delle pile e degli archi identica in tutti i ponti del mondo, di struttura murale, dal ponte Molle di Roma sino ai giorni nostri.

Così il dottore Cattaneo, seguendo il di lui istinto e la sua misura, potrà dar del piagiario a tutti gli architetti del mondo che costruirono ponti di struttura murale, dall’epoca di Silla sino ai nostri dì; diecinove secoli ai suoi comandi2.

128.° Siamo a quelle parti del ponte mio, le quali non avendo la più piccola simiglianza con altre del ponte del signor Meduna, e quindi disperando il dottore Cattaneo di poter imbrogliare, anche sopra di queste, le cose per modo da dar loro almeno l’apparenza di copie del ponte Meduna, si risolve ad accordarmene la proprietà, sbarazzandosene però subito dopo col chiamarle follie.

129.° In mezzo del ponte, ed in un cavo apposito, coperto e murato, vi è un tubo di ghisa. Ha il doppio ufficio di tradur, lungo il ponte, il gas idrogeno carbonato per illuminarlo nella notte, derivandolo da un gazometro costruito ad uno de’ suoi estremi; e di dispensarlo poi a diversi becchi o fiammelle collocate ad opportune distanze lungo i parapetti del ponte, perchè la teoria e l’esperienza si accordano per dimostrare che l’illuminazione a gas riesce meglio quando è divisa in molte fiammelle, che quando è concen-

  1. Vedi Gazzetta di Venezia, 12 aprile 1841.
  2. Nella pubblicazione del mio Progetto, al paragrafo 161, è corso un errore. Lo noto qui per risparmiare al dottore Cattaneo il disturbo di scrivere una nuova Memoria nel Politecnico per propalarlo. In quel paragrafo si parla delle diverse parti in cui è suddivisa la larghezza totale del ponte di otto metri. Vi è detto: «Dalle morse all’origine delle due barricate di legno che separano il carreggiabile dai camminapiedi vi è la larghezza di un metro e 65 centimetri». Quel «65 centimetri» vi è di più, e dirò anche come quell’errore è accaduto. Ho detto ai paragrafi 50 e 51 perchè avessi dapprima stabilito la larghezza della ruotaia a due metri e perchè l’avessi in seguito ridotta ad un metro e 5o centimetri. Per questo la suddivisione della larghezza del ponte sofferse un cambiamento. Quando la larghezza della ruotaia era di due metri, la distanza dalle morse all’origine delle barricate era di 75 centimetri; e quando la larghezza della ruotaia fu ridotta ad un metro e mezzo, la distanza dalle morse all’origine della barricata divenne di un metro. Ho dunque nella minuta scritto un metro, dimenticando di cancellare il settantacinque, e per di più lo scrittore, e lo stampatore per conseguenza, lessero e quindi copiarono e stamparono sessantacinque in luogo di settantacinque.