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sono assai lunghi, appunto per togliere loro l’apparenza di esilità, non potendosi accrescere le loro altezze e larghezze in ragione delle lunghezze.
Ma per esser simili non sono per questo eguali, ed anzi, anche malgrado la loro apparenza di somiglianza, molti hanno alcune parti affatto distinte, affatto diverse.
Questo si sa da tutti, deve sapersi anche dal dottore Cattaneo, almeno perchè io l’ho detto e scritto alla Direzione della strada di ferro, di cui egli era uno dei due segretarii.
Dopo di aver egli regalato spontaneamente il mio progetto del ponte di Venezia all’ingegnere signor Meduna, volle anche provarsi di dimostrare che quel progetto mio era una copia netta di quello dell’ingegnere signor Meduna.
La cosa era difficile, perchè il fatto non era vero; ma il dottore Cattaneo non è uomo da smarrirsi tra simili difficoltà, e sa, quando mancano ai di lui assunti la chiarezza delle dimostrazioni e la verità dei fatti, ricorrere a dirittura alle menzogne ed agli inviluppi.
Prese quel mio povero ponte, e lo fece in brani; pose da un lato le cose che erano simili a quelle del ponte dell’ingegnere signor Meduna, da un altro quelle che erano affatto differenti; sulle prime fece un discorso oscuro, intricato; chiamò le seconde follie: sicché, annientate, a suo credere, queste, e su quelle imbrogliata la mente del lettore, gli parve che l’identità de’ due progetti gli sarebbe facilmente creduta.
Questo è l’innocente artificio oratorio della di lui dimostrazione.
Strigando e chiarendo le cose ch’egli ha ad arte intricate ed oscurate, noi dimostreremo a tutti che il dottore Cattaneo mente anche in proposito del ponte di Venezia.
113.° Il dottore Cattaneo pretende che io abbia copiato dal progetto dell’ingegnere signor Meduna
tutte le considerazioni sulle attuali condizioni geologiche, topografiche, idrauliche della Laguna veneta;
la parte della Laguna da attraversarsi col ponte; la linea da seguirsi col ponte;
l’altezza del ponte; la di lui suddivisione in sei tratte mediante cinque piazzette, le forme e le dimensioni delle pile e degli archi.
114.° Nel mio progetto, già reso pubblico colle stampe, e nei capi VI e VII, cioè nei due primi che trattano del ponte di Venezia, mi propongo
di esporre alcune notizie generali, geografiche, fisiche e geologiche sopra la Laguna veneta — di dimostrare quali siano i suoi canali principali interni e vicini — come l’acqua che entra pei porti si diffonda nella Laguna — dove incontri quella dei porti vicini — e come il paludo di S. Secondo sia libero da ogni corrente.
L’ingegnere signor Meduna dichiara (pagina 19 del di lui progetto) 1.
di soggiungere soltanto gualche cenno intorno alla natura del fondo su cui deve essere eretto il ponte.
Il mio campo dunque è molto più vasto di quello dell’ingegnere signor Meduna, ed anzi quello del signor Meduna non è che poca parte del mio.
115.° Di ciò che io dissi farò un cenno soltanto, perchè il mio progetto è reso pubblico colle stampe: ma trascriverò invece per disteso quanto ha detto su questo proposito l’ingegnere signor Meduna, onde possa ciascuno giudicare da sè della sincerità del dottore Cattaneo.
- ↑ Del progetto dell’ingegnere signor Meduna esistono due originali: ne conservo uno nel mio archivio a disposizione di chiunque volesse esaminarlo, l’altro esiste presso la sezione veneta della Direzione, ivi trasportatovi dall’ufficio tecnico all’atto della sua distruzione