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104.° Il 19 luglio 1837 la Commissione fondatrice veneta mi scrisse (Allegato II):

«La perizia d’avviso dell’ingegnere signor Campilanzi per la linea delle sei città, della somma di austriache lire 55,160,000, superare di molto i 50 milioni preventivati dalla Commissione fondatrice.

Credersi comunemente la stima troppo alta — Indagassi se si potesse farvi qualche ribasso, se ridurre si potesse a 53 milioni,

Ritenessi che ciò che mi si richiedeva non dovesse servire che per un semplice criterio, un semplice ragionamento per giustificare la preventivata spesa di 50 milioni, e che non si parlerebbe di me se così mi aggradisse.

105.° Mi posi all’opera, feci anch’io, come l’ingegnere signor Campilanzi, un conto ipotetico, ma ritrovai una somma più forte della sua, ritrovai lire 58,944?801.

Pure mandai il lavoro fatto alla Commissione fondatrice veneta col rapporto N. a del 5 agosto 1837 (Allegato LL.) cosi dicendo e concludendo:

Il solo preventivo dell’ingegnere Campilanzi da considerarsi è il terzo, quello dei 55 milioni.

Questa somma è di poco maggiore dei 53 milioni di cui fa cenno cotesta rispettabile Commissione nel foglio 256, 19 luglio.

Per ciò, e perchè mi pareva che non fosse possibile fare un ribasso al preventivo Campilanzi, pensai dapprima che non occorresse porvi mano, che un altro far non se ne dovesse: poi mi cambiai di parere, e mi vi sono risolto per obbedire all’ordine ricevuto, e per vedere un poco che mi riuscisse.

Ma fu come temeva, fu più che non preventivò l’ingegnere Campilanzi, e la somma uscitami sale a lire 58,944,801.

Ad ogni modo, ecco il lavoro per quell’uso qualunque che cotesta Commissione crederà di farne. Prego, come mi fu promesso, che non si spenda per esso il nome mio; sono cose che io faccio sempre a malincuore, non hanno fondamento, appoggiano sopra fatti troppo vaghi, e di rado si coglie nel vero. Abbiamo veduto sbagliare il vero, in essi, uomini tanto distinti, che bisogna concludere essere impossibile farli bene.

106.° Verso la metà dell’agosto 1837, il signor Giuseppe Reali, presidente della Commissione fondatrice veneta, mi presentò, in sua casa, un nuovo preventivo d’avviso per la linea delle sei città, della somma complessiva di lire 54,119,332, sottoscritto dall’ingegnere signor Campilanzi, pregandomi che vi apponessi un visto di approvazione.

Mi rifiutai, ripetendogli ciò che aveva detto alla Commissione fondatrice nel rapporto 5 agosto 1837, superiormente allegato, cioè:

che io non credeva che 54 milioni potessero bastare:

che non voleva spendere il nome mio per simili conti d’avviso; che non voleva spenderlo quando erano fatti da me, e che molto meno voleva spenderlo quando erano fatti da altri.

Insistè, dicendomi che non doveva servire che pel Congresso degli azionisti, e tacendomi assolutamente che fosse suo disegno di divulgarlo poscia colle stampe.

Mi lasciai svolgere, e lo sottoscrissi, dichiarando però di approvarlo, salvo le modificazioni che lo studio della linea fosse per suggerire.

107.° Mi fu dunque offerta e garantita la creazione di una strada di ferro da Venezia a Milano, cioè la scelta della zona e della linea — la creazione e compilazione del progetto — la suprema direzione dell’opera.

Non solo io pregai la Commissione fondatrice veneta che nessun conto d’avviso si ren-