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90.° La Commissione fondatrice veneta, per molte buone ragioni, desiderava un ponte di struttura murale; nel congressso di Verona, del 26 maggio 1836, la Commissione fondatrice lombarda stentava ad aderirvi temendo la spesa. La prima proposta fu che si facesse, ma per due terzi del di lui importo a carico della città di Venezia, e per un terzo a carico della Società: la seconda, che si facesse pure a tutto carico della Società, semprechè il costo non fosse maggiore di quattro milioni di lire austriache.

91.° Allora la Commissione mista lombardo-veneta presentò, il 17 giugno 1836, una nuova supplica a S. E. il ministro dell’interno, così concludendo, circa al passaggio della Laguna:

«Quanto però al modo di comunicazione da Venezia alla terraferma, la Commissione mista lombardo-veneta si permetterebbe invocare dalla sovrana clemenza, che il privilegio fosse operativo, sia che vi si provveda colla costruzione di un ponte sulla laguna da s. Giuliano a Venezia, quanto con altri mezzi di trasporto sull’acqua allorché la società si trovasse forzata a preferirli, soltanto quando ulteriori ispezioni d’arte facessero presumere una spesa maggiore di quattro milioni, spesa che sbilancerebbe quel necessario equilibrio che debbe trovarsi fra il dispendio e l’utile dell’opera ravvisata nei complessivi di lei rapporti.1

92.° Importava dunque alla Commissione fondatrice veneta dimostrare che il ponte della Laguna, di struttura murale, non poteva costare di più di quattro milioni di lire austr.

Commise quindi all’ingegnere signor Tomaso Meduna di farne un progetto, ed egli lo fece, esponendo che il ponte intero ed una vasta ed elegante fabbrica costruita in mezzo di esso per dar ricovero, nel caso di repentine pioggie, alle macchine locomotive ed a tutto il traino, costerebbe anche meno di quattro milioni, costerebbe soltanto L. A. 3,604,900.56 cioè il ponte e la fabbrica di ricovero.... Lire 2,594,377.96

le guide di ferro» 75o,522.60

il ponte levatoio» 260,000.00

Lire 3,604,900.56

93.° La Commissione fondatrice veneta innalzò il progetto dell’ingegnere signor Meduna a Sua Maestà, e Sua Maestà lo rimise all’esame degli aulici dicasteri tecnici.

Il supremo Consiglio aulico di guerra lo disapprovò, disapprovò anzi in massima ogni ponte di struttura murale attraverso alla Laguna veneta; il che era ben d’attendersi, perchè la posizione del ponte non essendo determinata nel progetto Meduna, come vedremo in seguito, non si sapeva come il forte di Marghera e le batterie di s. Giuliano e di s. Secondo avrebbero potuto proteggerlo: concluse, che non si dovesse permettere che un ponte di legno senza selciatura, condotto attraverso il forte di Marghera e le opere di s. Secondo e di s. Giuliano, con ponti levatoj ad ogni suo incontro, con un luogo fortificato2.

  1. Fascicolo a stampa intitolato Strada ferrata da Venezia a Milano, Suppliche per la concessione del privilegio.
  2. Decisione del Consiglio aulico di guerra, 3 maggio 1837, N.° 680. Omissis. «Allo scopo perciò della formazione di una strada ferrata da Venezia a Mestre attraverso la Laguna può esser concessa soltanto la costruzione di un ponte di legno senza selciatura attraversante il forte di Marghera, il quale presso le due opere di s. Secondo e di s. Giuliano, parimenti da passarsi, dovrebbe esser munito di ponti levatoj, onde, in caso di bisogno, poterlo incendiare e distruggere sino allo specchio dell’acqua della bassa marea». Omissis. Segnato Hobbenlohe m. p. F. M.