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vare chi le spacci nel pubblico, si può però esser sicuri che non si potrà ritrovare nel pubblico chi le creda:

perchè nessuno potrà credere che il passare colla linea della strada di ferro per Bergamo e Monza, piuttosto che per Treviglio e Chiari, cioè andando pel monte invece che pel piano, ed abbandonando molte delle concorrenze attuali e tutte le future; e l’accostarsi alcun poco a Desenzano ed al lago di Garda, abbandonando la pianura ed allontanandosi dalla città di Mantova, siano cose che possano profittare alla strada di ferro Ferdinandea lombardo-veneta la metà di quello che possono fruttare ad essa tutte le affluenze dirette ed indirette del Regno lombardo-veneto, un porto ed un grande emporio, e le sei città principali Venezia, Milano, Brescia, Verona, Vicenza, Padova.

62. Veniamo ora alla necessità od almeno alla utilità di attraversare i colli del lago.

Non vi è alcuna necessità di attraversarli per continuare il cammino da Verona verso Brescia e Milano: la cosa è evidente, e lo dimostra poi la linea mia tracciata, ed approvata, per Villafranca, Caferri, Volta, Castiglione delle Stiviere.

63.° Nessuna utilità vi sarebbe pel pubblico e per gli azionisti nell’abbandonare questa linea onde seguirne un’altra qualunque attraverso ai colli del lago: vi sarebbe anzi scapito, e per tutti.

Il lago di Garda è una bella cosa, ma, toltane la feracità delle sue rive, stretta anche questa a poco spazio, non ha all’intorno e sopra di esso, verso nord, che monti aspri e poveri di abitanti e di prodotti. E perchè su questo poveri di abitanti e di prodotti non mi si facciano nuovi cavilli da quelli che fingono di non capirmi, dirò, una volta per sempre, che questi non sono giudizii assoluti, ma giudizii relativi, e relativi alle pianure colle quali io confronto le montagne. I colli che cingono il lago a mezzogiorno sono ameni, ma non sono nè fertili, nè popolati. La parte meridionale della provincia di Verona, dove stanno i distretti di Villafranca e d’Isola della Scala, è fertile, coltivata, popolatissima, e dà una grande quantità di riso e di altri cereali. La provincia di Mantova è ricca, e dopo quella di Milano è di tutte le provincie lombarde quella che ha la popolazione più fitta: conta 565 abitanti per miglio quadrato, Milano ne ha 620, e Cremona, che le vien dopo, 501. Dopo le provincie di Verona e Mantova, e prima del fiume Po, vi è l’ubertosissima provincia di Rovigo, e al di là del Po le ricche e popolatissime città e pianure di Ferrara, Bologna, Modena, Reggio, Parma. In una parola, tutto il bacino meridionale del Po.

64.° Mantova, da cui si vuole allontanarsi, conta da sola tre volte tanti abitanti che Lonato e Desenzano uniti insieme, ai quali si vuole avvicinarsi 1, senza parlare delle popolazioni di Villafranca, di Roverbella, di Castiglione che uscirebbero dalla linea. Se Desenzano è il porto del lago, Mantova, pel Regno lombardo-veneto e per la strada di ferro Ferdinandea, è il porto del Po, il che è ben di più, perchè il Po è la gran via fluviale, dalle Alpi al mare, di tutta la parte dell’Italia che si stende tra le Alpi e gli Appennini.

Se Desenzano conta i suoi ventimila viaggiatori all’anno, che il dottore Cattaneo fece uscire da un sacco di bollette del battello a vapore (pagina 37), Mantova può opporvi, con maggior sicurezza, oltre l’ammasso di merci che dà il suo commercio, che lo stesso dottore Cattaneo chiama enorme (pagina 55), ventimila sacchi di grano che essa, in misura media, invia non ogni anno, non ogni mese, ma ogni settimana alla Lombardia per provvedere la Lombardia ed una parte del Piemonte.

  1. Popolazione di Mantova, compresi i due sobborghi di Porto e di S. Giorgio, abitanti.... 32,700 Popolazione di Lonato ...6436 Desenzano ...3625 10,060