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* CIX

» dine che qualche particolare interesse, qualche particolare passione, volessero, anche con » danno della società stessa degli azionisti, limitare per lungo tempo questo vantaggio » ad una parte sola delle provincie lombardo-venete, facendo torto alla Lombardia ed alla » capitale di Milano.

» Sarebbe un atto dannoso all’ interesse del pubblico e degli azionisti, come ho » dimostrato.

» Sarebbe un 9 ingiustizia verso le provincie lombarde, ed i Lombardi che furono » chiamati dai Veneti all’opera, che molti di essi per essa con amore, con fervore, con » proprio disagio si prestarono ) che mai fino ad ora seppero che si volesse diseredare per » lungo tempo la loro capitale, il loro territorio dai vantaggi che derivano dalle strade di » ferro, nè potevano pensarlo che lo si volesse, se il farlo è dannoso all’interesse della » società.

» Questa ripugnanza della mia coscienza basterebbe alla risoluzione in cui sono, » quand’ anche tutti gli altri argomenti che esposi non la sostenessero ».

Prima che la si stampasse, la Direzione incaricò due dei signori Direttori a pregarmi di togliere da quella memoria la conclusione suddetta, dicendomi che era inutile ripetere quello che avea detto, ridetto e stampato -, che tutti già sapevano come io pensava, e quello che voleva fare) che il non ripeterlo non mi faceva alcun danno, perchè i miei diritti verso la società e la Direzione rimanevano intatti, ed io potrei esercitarli quando più volessi anche senza quelle ripetizioni: preghiera che essi ebbero la bontà di farmi, ed alla quale io accondiscesi.

Finalmente, quando il presidente sig. Reali, nell’ultima seduta della Direzione che precedette il congresso degli azionisti, disse che era desiderio delle autorità superiori che non succedessero scandali, che non vi fossero discussioni troppo agitate, troppo vive, e che egli aveva poi convenuto cogli opponenti che, nè la Direzione, nè alcuno di quelli che potevano aver rapporto con essa parlerebbero contro la proposta Castelli, io, comprendendo benissimo ove il discorso andava a battere, ho risposto, che non voleva nè promettere, nè decidere nulla finché le cose non fossero chiare e concluse, e che a cose concluse prenderei il partito più conforme e più conveniente al mio contratto.

Allegato EE 2.

Venezia, 5 agosto 1840.

Direzione dell I. R. privilegiata strada ferdinandea lombardo-veneta.

Alt onorevole signor Giovanni Milani ingegnere in capo.

Verona.

Sul di lei foglio 31 decorso, la scrivente Direzione è dal proprio canto nel penoso dovere di dichiararle che non potrebbe ammettere, quando pure il volesse, la determinazione che ella vi annunzia presa di sospendere temporaneamente, e condizionare la ulteriore prestazione dell’ opera sua a servigio della società, la quale deliberò anzi V immediato cominciamento dei lavori. Google