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Allegato CO.

N. 72.

Verona, 3 aprile 1639.

IS ingegnere in capo per la strada /errata da Milano a Venezia.

Alt ingegnere operatore signor Bossi.

Dia opera immediatamente ai progetti di dettaglio della di lei sezione, di quella da Milano a Treviglio, protraendola fino all’ incontro colla strada postale da Milano a Brescia.

Le raccomando assiduità ed esattezza, e tutta la sollecitudine che l’esattezza raccomandatale può comportare.

1 Avrà per cooperatore, intanto, V ingegnere assistente signor Berto ani:, poi altri ancora, se r approvazione definitiva del progetto generale sarà per essere sollecita, come io spero.

Le pendenze della strada sono già tracciate nel profilo di livellazione.

La larghezza in sommità sarà costantemente di sette metri da ciglio a ciglio, e di sette metri pure sarà la larghezza di tutti i manufatti, netta però da ogni spazio, che per avventura occupar si dovesse con ripari laterali, sian essi di fabbrica, di legno, o di ferro.

Le scarpe della strada, tanto negli innalzamenti che negli abbassamenti, saranno di un metro di base per un metro di altezza, quando 1’ innalzamento o F abbassamento non superi 1’ altezza o la profondità di tre metri.

Ove 1’ innalzamento è maggiore di tre metri, ma non superi i cinque, allora, dopo i due metri d’ altezza. contando dal ciglio, vi sarà una banchina di un metro di larghezza, e la scarpa continuerà al di sotto colla base di uno per uno: che se poi quest’altezza fosse maggiore di cinque metri, allora la scarpa al di sotto della banchina non sarà più di uno di base per uno di altezza, ma di 1 4/2 di base per uno di altezza. Lo stesso si dica negli escavi in senso inverso.

Questo in generale, perchè vi è un’eccezione nel gran taglio che far si deve nel suolo dall’ Adda fino al luogo ove la pendenza della strada, salendo verso Milano, passa dall’ escavo all’ innalzamento.

In quel luogo, contando dall’Adda verso Milano per una lunghezza di circa 1430 metri, fino all’ adacquatrice, che ho distinta nel profilo di livellazione colla lettera A, le due pareti del profondo escavo saranno sostenute, prima, incominciando dal fondo, da due muri dell’ altezza costante di tre metri verticali internamente, con iscarpa del sesto dell’ altezza esternamente, grossi in sommità non meno di 50 centimetri, non più di 56, collocati sopra un fondamento profondo 50 centimetri, e da due scarpe dell’ uno di base per ognuno di altezza continuate sino al terreno naturale, ed aventi origine al basso, non già al finire del muro, ma un metro più in dentro, contando dalla parte interna del muro, sicché vi rimarrà una banchina di un metro e 50 centimetri.

Dall’ adacquatrice A fino al termine dell’ escavo il muro suddetto andrà digradando uniformemente dai tre metri sino allo zero, diminuendo in proporzione di grossezza, cioè riducendosi dai 50 centimetri ai 525, oppure dai 56 ai 28.

Del resto, anche sopra questa seconda parte di muro vi sarà la banchina di terra larga un metro, e la scarpa superiore di un metro di base per uno di altezza.

Per tutto dove la strada corre tra terra, corre in trincea, vi saranno due cunette laterali, larghe un metro, profonde 30 centimetri, e fatte ad arco di cerchio; e per tutto il tratto della grande escavazione presso V Adda saranno anche selciate. Google