Pagina:Milani - Risposta a Cattaneo, 1841.djvu/21


11


e tutto questo era stato veduto da me e studiato sul luogo nel Belgio, e nella parte dell’Olanda e del regno di Prussia che si stende tra la Mosa ed il Reno, dal 1.° dicembre 1835 fino a tutto aprile 1836, cioè anche da me assai prima delle parole del dottore Cattaneo sulla strada di ferro d’Italia.

35.° Il 3 giugno 1836 mi giunse a Lubecca il foglio 19 aprile 1836, con cui la Commissione fondatrice per una strada di ferro da Venezia a Milano mi offriva l’incarico di creare il progetto per la strada suddetta, e la suprema direzione della di lei esecuzione.

Pochi giorni dopo ritrovai a S. Pietroburgo un altro foglio della Commissione fondatrice, però identico a quello che mi aveva raggiunto a Lubecca. Vi era unita una lettera del mio amico Emilio Campilanzi. Seppi anche a S. Pietroburgo, che quantunque si fosse offerto a me di creare il progetto e di averne la suprema direzione, pure a Venezia si parlava della linea da seguirsi come di cosa già scelta.

Rispondendo, il 19 giugno, alla lettera dell’amico Campilanzi, vi aggiunsi:

"Vorrei dirti una cosa in confidenza: mi fu scritto che si parla molto della linea che la strada dovrà percorrere, e che si parla come di cosa già stabilita. Mi pare che, per ora, converrebbe parlarne poco e, se si può, parlarne punto; perchè se lo studio delle difficoltà della spesa, dei commerci da raccogliersi per via sarà per obbligare a delle utili modificazioni, ne potrebbero venire da ciò dei disgusti, dei malcontenti, e quindi degli inciampi e delle difficoltà che si avrebbero potuto evitare tacendo.

Io dico questo, perchè sai che io dico tutto francamente, perchè credo utile alla Società il dirlo, e perchè, quantunque io non le appartenga ancora l’onore che mi fece pensando a me mi rende già cosa sua».

36.° Pregai senza frutto, perchè si stampò, e si pubblicò anzi una carta topografica intitolata Tracciamento della strada a ruotaie di ferro da Venezia a Milano, sopra la quale si segnò una linea quasi retta che, evitando in cammino tutte le città, giugneva da Venezia a Milano, passando tra i colli Berici ed Euganei, e presso i paesi di Cologna, Pozzolo, Leno. Così si aveva scelto, ad un tratto, e zona e linea senza premettere, per la scelta della zona, alcun esame statistico, e per quella della linea alcuno studio del terreno.

37. Fu allora che il dottore Carlo Cattaneo stampò le sue Ricerche sul progetto di una strada di ferro da Venezia a Milano.

Vi rammentò il principio, che la zona di terreno da seguirsi nel Regno lombardo-veneto colla strada di ferro da Venezia a Milano doveva esser quella in cui il più gran numero di persone e di merci si trovavano già raccolte, o potevano più facilmente raccogliersi, dimostrando poscia con buoni argomenti, che questa zona non era la bassa zona della pianura lombardo-veneta, ma l’alta, quella posta tra l’unghia dei monti ed i bassi piani, quella in cui s’incontrano le città di Padova, di Vicenza, di Verona, di Brescia, di Bergamo. Disse anche che sarebbe stato utile toccare direttamente in cammino le quattro città di Padova, di Vicenza, di Verona, di Brescia.

Parlò dunque della zona di terreno da percorrersi, e della riunione delle quattro città intermedie.

38.° Ma, nè il principio che prese per guida onde giugnere alla scelta della zona è nuovo; nè nuovi sono gli argomenti da lui esposti per dimostrare che la zona alta della pianura lombardo-veneta era appunto quella che, rispondendo più d’ogni altra al principio preso per guida, doveva avere sopra ogni altra la preferenza.

Egli non ha fatto che applicare opportunamente una sana, ma vecchia idea; egli non ha fatto che ripeter quello che erasi fatto poco prima per le strade di ferro del Belgio.