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linea o linee lungo le quali costruire la nuova strada, conciliando:
l’interesse generale;
quello delle provincie attraversate e delle città vicine,
e le condizioni di una buona, solida ed economica costruzione,
senza sacrificare, possibilmente, l’una di queste tre condizioni alle altre due, e senza mai dimenticarsi, che lo scopo principale, lo scopo unico dell’opera è l’utilità pubblica.
Dopo questo bisogna immaginare la strada sopra la linea scelta, le diverse opere d’arte che la costituiscono, ed apprezzarle.
Finalmente dimostrarne l’utilità, argomentandola dalla attuale prosperità delle provincie a cui deve servire, e dall’incremento che la nuova via di comunicazione sarà per recare a questa prosperità, deducendolo dall’esempio di opere eguali eseguite in provincie di simili condizioni economiche.
In somma occorre:
1.° Sceglier bene il paese.
2. In questo, la zona più opportuna.
3.° Nella zona, la linea più utile.
4.° Immaginar il progetto ed apprezzarlo.
5.° Dimostrarne la pubblica utilità.
Per le due prime possono essere sufficienti le notizie statistiche, lo studio della economia pubblica.
Per le tre successive conviene necessariamente aggiungervi la scienza e l’arte dell’ingegnere.
34.° Fortunatamente tutte queste idee, tutte queste pratiche non sono nuove, sono anzi vecchie; sono vecchie quanto è vecchia la scienza e l’arte di aprire nuove e grandi vie di comunicazioni negli imperii e nei regni, ed ebbero larghe e notissime applicazioni, anche nei tempi andati, in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Germania, in Isvezia e perfino in Russia.
Di queste idee, di queste pratiche ne parlano molti autori antichi e moderni, e furono, ai giorni nostri, ripetute da cento giornali scientifici, letterari, politici, ed ebbero a’ giorni nostri una gran voga, una grande diffusione, appunto in causa del nuovo e maraviglioso modo di comunicazioni sorto con le strade a vapore, ed una particolare e notissima applicazione nelle strade di ferro del Belgio, affatto identica a quella di cui si parlò poscia in Italia; perchè anche nel Belgio s’incominciò dall’immaginare e dal progettare di andar diritti tra i due punti estremi, cioè da Anversa a Cologne, per Gheèl e Sittard, ma dopo considerate meglio le cose, si trovò che era più utile sviar dalla retta e toccar Malines, Louvain, Liège e Verviers, lasciando però da un lato Bruxelles, la capitale del regno, da unirsi alla linea principale con una diramazione diretta a Malines, appunto perchè col toccare quelle quattro città di provincia, e col non toccare la capitale, coglievasi la maggiore utilità pubblica.
Tutto questo era stato discusso, dimostrato e stampato sino dall’anno 18331, cioè tre anni prima che il dottore Cattaneo stampasse le sue Ricerche sul progetto di una strada di ferro da Venezia a Milano2, dai due ingegneri belgici signori Simons e de Ridder;