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A questa Sezione le tabelle non furono comunicate che qualche mese più tardi che all’altra,ec.».
Aveva nelle mani il foglio 8 agosto 1837 (allegato T), col quale la Sezione lombarda mi accusava ricevuta dei prospetti statistici inviatile il 27 luglio 1837 come a a Sezione veneta e dall’invio dei prospetti al foglio 5 luglio 1838 del dottore Cattaneo era corso quasi un anno.
Aveva dunque più del bisogno per rispondere a quel non è per incuria, ed a quel qualche mese più tardi, ma lo lasciai dire a sua voglia, limitandomi ad accusar ricevuta di alcuni prospetti, che a quel foglio erano uniti.
L’11 luglio me ne inviò degli altri col foglio 176.
E finalmente gli ultimi mi pervennero il primo agosto 1838 col foglio 187.
24° In mezzo a questo lungo carteggio, a queste mie replicate preghiere per avere, alla fine del luglio 1838, delle notizie statistiche richieste nel luglio 1837, a questi non giusti risentimenti del dottore Cattaneo per le preghiere mie, scorreva il tempo, io compiva il progetto, e Sua Maestà muoveva da Vienna verso l’Italia.
Stimai quindi necessario troncar ogni indugio, e perciò scrissi, il 22 luglio 1838, alla Direzione che il progetto era pronto, e che poteva esserle sottoposto dove e quando più lo desiderasse. (Allegato BB.)
La Direzione si recò a Verona all’ufficio tecnico, e vi rimase dal 2 al 6 agosto. Letta la descrizione del progetto, scorso il volume dei calcoli, visti i disegni, dichiarata la sua soddisfazione all’ingegnere in capo, ed accordata una gratificazione a tutti gli ingegneri cooperatori, ordinò che il progetto fosse tosto spedito a Milano, e così fu. Colla Sezione lombarda della Direzione eravi anche il suo segretario dottore Carlo Cattaneo; sicchè il dottore Carlo Cattaneo sa benissimo:
che le notizie statistiche da lui inviatemi mi giunsero più di un anno dopo il giorno in cui io le aveva richieste;
che mi giunsero quando il progetto era quasi compiuto;
che alcune mi giunsero dopo che il progetto era anche stato presentato alla Direzione.
25.° Chi avrà avuto la bontà e la pazienza di scorrere i quattro prospetti statistici da me rimessi alle Commissioni fondatrici il 17 luglio 1837 (paragrafo 17.°) ed il rapporto che li accompagnava, avrà sicuramente scorto che con le domande in essi contenute io mi era proposto di possibilmente conoscere per le Provincie del Regno lombardo-veneto che potevano essere attraversate dalla strada, e per quelle su cui la strada poteva stendere la di lei influenza:
Quali fossero i movimenti attuali d’uomini e di cose lungo le attuali vie terrestri o fluviali;
quale il tempo occupato in questi movimenti;
quanti gli incagli e le perdite che pativano;
quale la spesa,
per poter poi, da tutto questo, o dimostrare coi fatti, o congetturare con buoni fondamenti di probabilità,
Quale e quanta parte di questi movimenti si potesse attivare subito sulla strada di ferro, con una data tariffa di transito, avendo riguardo alla loro quantità, valore, peso, volume;
quindi quali i vantaggi che l’impresa della Strada Ferrata poteva promettersi sino dai suoi primordii;
e il guadagno di tempo, danaro, agevolezza e sicurezza di transito che ne verrebbe al commercio ed al pubblico.