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’ ii9 Questo fatto delle lastre di pietra viva egli lo ba spiato o nei miei manoscritti, od in quelli del cavaliere Donegatai, o finalmente in quelli dell’eccelso Governo di Milano, dove .gli atti della. Commissione esaminatrice furono depositati.

Non contento di questo, prese non 1’ emenda ma V errore, la cassatura, e parendogli ancora poco, mutò, di suo arbitrio, la lastra calcarea di Verona, la lastra scempia di Verona in granito j chi sa di dove, per poter, su questo bel fondamento, cambiar Terrore ebe era di i,58o,4o5, volendosi anebe conservare i traversi di lastra scempia di Verona, e di sole lire 120,339, se si voleva ritornare ai traversi di legno, come bo fatto, in un errore, a suo detto, di sedici e pià milioni.

Così si corre da se nell’ ignominia e nel fango, quando, accecati dal colpevole desiderio di far torto all’ onore altrui, sviasi dal sentiero della verità e dell’ onore ! !

385. ° Vedemmo che io aveva corretto l’errore commesso nel)’ apprezzamento dei traversi di pietra viva, e comunicata la mia correzione al cavaliere Donegani (ine dal gennajo 1839: ora notiamo che il primo fascicolo del Politecnico uscì nel maggio 1839.

Il dottore Cattaneo va esclamando nella di lui Rivista (pagina 27): «era un errore di » sedici e più milioni, e noi, già due anni sono, non abbiamo mancato di farlo cono* » scere agli azionisti nel primo volume di questa raccolta».

Per Terrore dei sedici milioni, la risposta è questa: «era ed è una delle solite imposture del dottore Cattaneo».

E quanto al merito della profezia, la profezia è una di quelle che sentiamo tutti i giorni dai poeti nostri sopra la caduta di Troja, di Memfi, di Cartagine, ec.) un venti o trenta secoli dopo il fatto.

386. ° E quel suo « ma vaglia il vero, con questi improvvisi cangiamenti è sciolta forse la » questione fondamentale se convenga pià il legno o la pietra?

è una di quelle sue tante spampanate di previdenza a temi già proposti, discussi, esperimentati, conclusi)

è una di quelle tante contraddizioni con sè stesso" in cui il dottore Cattaneo va ponendosi nei suoi scritti, certo con V innocente fine di rallegrare con esse, a sue spese, il lettore.

La lite tra la pietra ed il legno per le ruotaje delle strade di ferro è decisa: è decisa a favore del legno (1).

Era già decisa, e da lungo tempo, a favore del legno, anche in Inghilterra, dove il legno è carissimo, quando nell’anno 1839 ^ dottore Cattaneo, nel primo fascicolo del Politecnico, con quella cognizione che egli ha dell’Inghilterra e delle strade di ferro inglesi, che abbiamo veduto, e che qui si conferma, sentenziava intrepido a favore dei dadi di pietra, pubblicando in proposito della strada di Monza:

« Il suo genere di costruzione è come vuole l’indole del luogo in tetra e pietra, e col

SISTEMA DEI DADI ALLA CONSUETA MANIERA INGLESE, ESCLUSO IL LEGNAME ».

Ma in Inghilterra, dove il legno è carissimo ed il ferro a buon patto, si aumentò la grossezza delle guide, e quindi il loro peso per poter porre i sostegni, e quindi i traversi di legno, a maggiori distanze delle ordinarie, alla distanza di un metro e mezzo. Ed è appunto questo maggior peso delle guide inglesi, indotto dalla maggior distanza dei punti di sostegno, che il dottore Cattaneo vorrebbe (pagina 26) che fosse applicato alle guide della

(1) Vedi Segain, pag. 216-21*. Google