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te storie a fresco, ed in particolare un Curzio a cavallo in iscorto, che pare tutto tondo e di rilievo; siccome è ancora un Mercurio che vola in aria per ogni lato, oltre a molte altre cose tutte ingegnose; la qual opera piacque sopra modo a tutta la città di Venezia, e fu perciò Pordenone più lodato, che altro uomo che mai in quella città avesse insino allora lavorato. (T. IX. p. 252.). Di Tiziano poi scrivendo dice: In casa di M. Giovanni d’Anna, gentiluomo e mercante Fiammingo suo compare fece il suo ritratto che par vivo, ed un quadro di Ecce Homo con molte figure, che da Tiziano stesso e da altri è tenuto molto bell’opera. Il medesimo fece un quadro di nostra Donna, con altre figure come il naturale d’uomini e putti, tutti ritratti dal vivo e da persone di quella casa (T. IX. p. 255.). Ed appresso tra le opere che Tiziano andava facendo egli mette una gran tela, dentro la quale è Cristo in croce con i ladroni ed i crocefissori a basso; la quale fa per M. Giovanni d’Anna. Il Sansovino fu ancora a tempo di scrivere nel 1580: Da’ Talenti fu anco fabbricata la nobil casa a San Benedetto, famosa per la Proserpina e per lo cavallo dipinto dal Pordenone, pittore illustre, sul canal grande, pervenuta poi nella famiglia d’Anna; nella qual casa si trovano lavorati da Tiziano uno Ecce Homo, ed un quadro di nostra Donna, con diverse figure e ritratti dei predetti Anna di molta bellezza. Ma il Ridolfi non arrivò a tempo di vedere le pitture lodate del Pordenone, perciocché erano quasi del tutto svanite (T. I. p. 102.). Due stampe in legno, con qualche differenza, della figura suddetta di Curzio a cavallo ch’entra nella voragine aveva il ch. Antonmaria Zanetti, delle quali egli diede notizia nel libro della Pittura Veneziana (p. 551.). Fuvvi un Baldassare d’Anna,


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