tento M. Niccolò Tron Dose fe batter una moneda dove era la sua testa suso, si spendeva soldi vinti, chiamata Tron; onde del 1473. a dì 28. Luglio fu preso nel Conseio de Dieci che più non si stampasse in zecca detti Troni, nè più si potesse metter su alcuna moneda la testa del Dose: per il che li Cai di Dieci passati sospese in zecca non si battesse tal moneda; e Ser Andrea Mudazzo el Proveditor sora la zecca con quelli delle Rason Vecchie, che ha questo cargo di dar tal presente, sollicitando la resoluzion, li Conseieri terminorono che tal medaia con la testa non si dovesse far, ma si facesse da una banda S. Marco con il Dose in zenocchioni davanti e lettere attorno Andreas Gritti. S. M. Veneti. e dall’altra in mezzo che dise Andreæ Gritti Principis munus anno primo. Trovandosi dunque a que’ tempi il Camelo coniatore nella zecca di Venezia, v’è ragione di credere opere sue altre belle medaglie pubbliche e private a que’ tempi battute.
Non solamente però il Camelo fu valente di sue mani, ma fu buon rimatore altresì: onde a Cornelio Castaldo convenne di fare in sua lode il Sonetto seguente, pubblicato dal mio Balì Farsetti nella Vita dell’autore: