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ed il Mariette (Memorie degli intagliatori moderni in pietre dure, cammei, e gioje, p. 29.) sennon un Francesco detto Luigi Anichino intagliatore di gemme: ed il Cav. Vettori (Dissertatio glyptographica, p. 81.) come pure il Gori (Histor. Glyptogr. p. 257.) lasciano in dubbio, se due artefici Francesco e Luigi fossero, ovvero uno soltanto con diversi nomi chiamato. A me veramente pare che due fossero; perciocchè il Baruffaldi medesimo, appoggiandosi all’autorità di Marcantonio Guarini nella Vita della Beata Caterina Vegri, scrive che pervenuto Francesco alla decrepita età, rimasto pregiudicato nella vista, ed impotente a compiere alcuno di que’ minuti lavori, ne’ quali nella sua gioventù logorati aveva gli occhi, finì li suoi giorni l’anno 1545; laddove Luigi era ancor in vita tre anni dopo, siccome la lettera dell’Aretino sovrallegata lo mostra.

(151) Era usitatissimo presso li nostri gentiluomini l’esercizio della pittura; onde il Dolce nel Dialogo della pittura scriveva (p. 130. ed. Fior. 1735): E’ oggidì qui in Venezia Monsignor Barbaro eletto Patriarca d’Aquileia, Signor di gran valore e d’infinita bontà; e parimente il dotto gentiluomo M. Francesco Morosini; i quali due disegnano e dipingono leggiadramente; oltre una infinità di altri gentiluomini che si dilettano della pittura; tra i quali v’è il Magnifico M. Alessandro Contarini, non meno ornato di lettere, che di altre rare virtù.

(152) Cristoforo Solari, detto il Gobbo Milanese, famoso scultore ed architetto è posto dal Lomazzo nella Tavola dei nomi degli artefici, de’ quali le opere ha egli citate nel Trattato della pittura. Il Vasari ci fa sapere ch’egli lavorò nella Certosa di Pavia, e scolpì l’Adamo e l’Eva sulla facciata del Duomo di Milano, sempre con

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