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del Petrarca: e di lui sembra che intender si debba il Poliziano, quando uno di tal nome ne mette fra’ suoi amici, e lo dice non inelegantis ingenii virum (Epistol. ad Ludovic. Odax. Lib. III., & Miscellan. Cap. 22.). Altro Pietro di Giovanni Alberto Contarini lo commenda nel poema de Voluptate Argoa, impresso in Venezia l’anno 1541; ma quando già più allora egli in vita non era, siccome dalle cose che il Senatore Flaminio Cornaro adduce si viene a conoscere (Ecclesiae venetae antiquis monumentis nunc etiam primum editis illustratae ac in decades distributae, T. VIII. p. 21.).

(148) Descrivendo il Sansovino nell’anno 1581. li palazzi più belli di Venezia, scriveva: Sul campo de’ Crocicchieri è notando quello dei Zeni, ordinato sul modello di Francesco Zeno che al tempo suo fu gentiluomo intendente dell’architettura. (Venetia citta nobilissima et singolare, p. 143. t.). Di questo medesimo Francesco Zeno si serbava il ritratto nel cammeo da riferirsi poco più innanzi. Sussistono ancora in buono stato le tre case continuate, dette qui eleganti, dal Zeno ordinate con maniera Sansovinesca, nelle quali si sa che Andrea Schiavone e il Tintoretto vi avevano fatti belli ornamenti di pitture a fresco (Ridolfi, T. I. p. 230. T. II. p. 7.).

(149) Sembra che altri questo non sia, sennon il bravo artefice, di cui scriveva il Vasari: S’adopera ancora oggi ne’ cammei Gio. Antonio de’ Rossi Milanese, bonissimo maestro, il quale oltre alle belle opere che ha fatto di rilievo e di cavo in varii intagli, ha per l’Illustrissimo Duca Cosimo de’ Medici condotto un cammeo grandissimo, cioè un terzo di braccio alto, e largo parimente; nel quale ha cavato dal mezzo in su due figure, cioè S. E. e la Illustriss. Duchessa Leonora sua consorte, che ambidue tengono un tondo con le mani, dentrovi u-


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