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dellini T. I. p. 158. di questo Bonaveri si dice ch’egli intagliò di nuovo le Anatomie di Tiziano; ma si fa artista del prossimo passato secolo, e così pare che sia il libro una riproduzione delle Tavole Vesaliane.
Dinota il Liruti come scritti da Tiziano tre Epigrammi Latini in lode d’Irene da Spilimbergo, impressi in Venezia nel 1561, in una raccolta di poesie Volgari e Latine su quell’argomento da Dionigi Atanagi pubblicata; e con lui Monsignor Bottari s’accorda in un’annotazione sulla Vita di Tiziano dal Vasari scritta; ma di questi, perciocchè nel secondo somma lode a Tiziano è data, Apostolo Zeno dubitò ch’egli ne fosse l’autore (Esami di varj autori sopra il libro intitolato L’eloquenza italiana di monsignor Giusto Fontanini, T. II. p. 101.). Io però senza esitare punto affermo, che sono essi d’altro Tiziano Vecellio, del pittore nipote, autore di un’Orazione stampata in Venezia nel 1571. in 4. la quale fu pure a torto spacciata dal Liruti come opera del pittore, e porta il titolo seguente Titiani Vecellii Equitis pro Cadubriensibus ad Sereniss. Venetiarum Principem Aloysium Mocenicum Oratio habita VI. Kal. Ian. MDLXXI. pro magna navali Victoria Dei gratia contra Turcas. Di questo Tiziano ebbe chiara contezza lo stesso Liruti, che ne scrisse di poi, e segnatamente lesse presso Tommaso Porcacchi nell’Isolario stampato per la prima volta nel 1572. queste parole (p. 8.): Vive un altro Cavalier Tiziano Vecellio il giovane, pur da Cadore, figliuolo del valoroso e magnanimo Vecellio Vecelli; il qual Tiziano ornato di belle lettere e di soavi costumi, riesce in questa sua verde età molto eloquente e savio ec.
Buone notizie ha prodotte il Liruti sopra questo Tiziano giuniore: ma in una comparsa molto più bella avrebbe potuto metterlo certamente, se
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