presso nelle Lettere pittoriche T. III. p. 238: La storia di Tiziano (uomo eccellentissimo). In palazzo la facciata della casa dipinta da Alberto Duro: in San Bartolommeo ec. ma, come nell’edizione originale delle Lettere del Doni, fatta in Venezia dal Marcolini l’anno 1552, si legge a carte 185: L’istoria di Tiziano (uomo eccellentissimo) in Palazzo, la facciata della casa dipinta dal Pordenone sopra il Canal grande, una tavola d’altare d’Alberto Duro in San Bartolommeo ec. Di questa medesima palla facilmente è da intendersi Alberto quando scrive in una di quelle Lettere: La ho fatta bella a questi pittori che dicono che io sono ben bravo per l’incisione, ma che non so maneggiare li colori. Ognuno dice di non aver mai veduti colori sì belli (p. 28.). Del modo di vivere che teneva in Venezia ragguagliando l’amico dice: Molti de’ miei amici Italiani mi avvertono di non andare a bere nè a mangiare con questi pittori. Molti di essi sono miei nemici, e cercano di copiare le mie opere nelle chiese e dovunque le trovano: ma nonostante le censurano dicendo che non sono fatte sul gusto antico, e che in questo io non ho abilità. Gian Bellino però mi ha fatti grandi elogii presso la Nobiltà. Egli desiderava di avere qualche cosa di mia mano, e perciò venne a pregarmi di fargli qualche cosa, che me l’averebbe pagata. Ognuno mi assicura che è un gran galantuomo, e perciò gli voglio bene. Egli è già assai vecchio; ma nonostante è il migliore de’ pittori. Ciò che undici anni fa mi piacque tanto ora più non mi piace; nè l’avrei creduto ad altri, se non lo avessi veduto io medesimo. Vi faccio anche sapere che vi sono dei pittori assai migliori di Maestro Giacomo, il quale è fuori: e pure Antonio Kolb avrebbe giurato che non vi fosse al mondo un pittore più bravo di Giacomo. Gli altri lo deridono, e