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ornatis plurimum addas lucis & decoris. Introdusse egli nella famiglia propria l’amore e la protezione delle arti nobili, facendo raccolta di bei monumenti di esse, sì antichi, come moderni; ed ebbe del suo genio in sì bell’impresa seguaci ed imitatori ne’ suoi posteri specialmente Marino Cardinale e Patriarca d’Aquileia, e Giovanni pure Patriarca d’Aquileia, con alcun altro anche a tempi recenti. Il fondo maggiore dell’anticaglie sue da Roma veniva, sapendosi da’ Diarii manoscritti di Marino Sanudo, altre volte citati, che nell’anno 1505. a Girolamo Donato ed altri ambasciatori Veneziani al Papa, dopo di averli lautamente trattati a pranzo, mostrò gran copie de figure de marmo, e molte altre cose antiche, tutte trovate alla sua vigna, sotto terra, cavando per la fabbrica del palazzo che ’l fa edificare in essa. Busti d’Imperatori, statue intere, ed altri notabili pezzi vi aveva; li quali poi morendo nel 1523. lasciò alla patria insieme con altre preziose suppellettili. Di ciò fa fede anche il Sanudo scrivendo del testamento di lui: Item lassa un balasso di valuta di ducati 4000. e certi quadri bellissimi, è a Muran nel Monasterio di Santa Chiara, a suo fratello Vicenzo. Item lassa al Patriarca d’Aquileia suo nipote tutte le sue medaglie d’oro d’argento e di rame, & etiam li lassa parte del suo mobile. Item lassa alla Signoria tutti li soi bronzi e marmi, da esser adornado una sala per sua memoria. Item uno safil in cuor, fu di Bembi, val Ducati 3000. in circa..... Item lassa al Papa una zoia e una Pase; & alla Signoria il suo Breviario bellissimo poi la morte del Patriarca: al qual Patriarca lassa tre casse di libri: il resto li libri, dove è signà il suo nome, lassa alla Signoria per far Libraria a Santo Antonio. Ebbe principio da questo legato il Museo pubblico di Venezia;


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