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da Francesco I. a Papa Leone, non trovo scrittore che lo confermi; anzi comunemente si scrive che il Papa se li facesse fare colla spesa di settanta mille scudi. Tutto il resto della narrazione andando bene, chiaro si vede che questi due pezzi d’arazzi dal Veniero posseduti erano di quei che il Montmorency ha ricuperati; e questi medesimi vengono anche indicati fra quei che a Parigi presentemente si trovano. Scrive poi coerentemente l’anonimo nostro all’indicazione che altrove ne dà del cartone della Conversione di San Paolo come già posseduto dal Cardinale Domenico Grimani, dopo la di cui morte venne in potere di Marino Grimani di lui nipote Patriarca d’Aquileia e Cardinale: e della Predicazione di San Paolo dice parimente bene che era divulgata in stampa, perciocchè un bell’intaglio in rame Marcantonio ne avea già dato fuori.

(130) Domenico Grimani, grande ornamento di sua patria, cui dapprima avendo servito ottenne il Senatorato, poi anche del Collegio Cardinalizio, a cui Papa Alessandro VI. lo ascrisse, ebbe grande riputazione d’intelletto profondo nelle scienze sacre e profane. Piene sono di sue lodi le dedicazioni che molti letterati uomini a lui fecero delle opere loro, come ad altro Mecenate de’ tempi suoi; ed anche Erasmo di Roterdam intitolando ad esso la Parafrasi dell’Epistola di San Paolo alli Romani, gli scriveva così: Interea Pauli fragmentum docti viri libentius amplectentur, si tuis istis manibus porrigetur, qui studiorum omnium, præsertim eorum quæ cum linguarum peritia coniuncta sunt, mirum quendam Mecœnatem agas, sic nihilominus intigritate morum conspicuus, ut inter clarissima lumina tamen eluceas atque emineas; non ita quidem ut aliis offundas tenebras, sed ut per se illustribus &

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