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ria nelle avvertenze vostre acutissime (Lett. Lib. III. p. 245. ed 1609.).

(129) Sono famosi gli arazzi lavorati nella Fiandra sopra li cartoni di Raffaello, per ordine di Papa Leone X, e conservati nel palazzo Vaticano sino a questi ultimi tempi, ne’ quali a Parigi sono passati: ed abbastanza note pur sono le stampe fattene da Marcantonio, da Agostino Veneziano, da Dorigny, da Gribelin, e da altri. Il Vasari, il Bottari, il Richardson, il Comolli gli hanno riferiti; ma diffusamente poi di essi ha scritto l’Abate Cancellieri nella Descrizione delle Cappelle Pontifizie e Cardinalizie di tutto l’anno, stampata in Roma nel 1790, a carte 287. e seguenti. Non è bene conosciuto il numero di quegli arazzi che sopra cartoni da Raffaello furono tessuti: si sa però che in Roma recentemente li pezzi erano venticinque, ed ora in Parigi sono quattro di meno, tutti non si fanno di merito eguale, nè tutti appariscono da cartoni di Raffaello provenuti (Magasin Encyclopedique An. III. 1797. T. III, p. 379. & suiv.). Scrive il Cancellieri che „donati essi furono da Francesco I. a, Leone X per la canonizzazione di San Francesco di Paola, e poi rubati nel sacco di Borbone: Ma essendo andati nelle mani del Duca di Montmorency, furono da esso rimandati in Roma sotto Giulio III, come fa conoscere un’iscrizione tessuta nel lembo di quello che esprime la Conversione di San Paolo al n. vi. e dell’altro che lo rappresenta mentre predica, nell’Areopago al n. ix. Urbe capta, partem aulæorum a prædonibus distractorum Comestabilis Anna Mommorancius Galliæ militum Præfectus restaurandam atque Iulio III. P. M. restituendam curavit„. Quanto all’esserne stato fatto donativo


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