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le ancora de’ migliori scolari in molta parte del lavoro si giova.
Dopo tanto che di Raffaello fu scritto dal Vasari e da suoi comentatori, dall’Anonimo scrittore della Vita di lui, prodotta in Roma l’anno 1790, e riprodotta ivi l’anno seguente dall’Ab. Angelo Comolli, che copiose annotazioni vi fece, dal Mengs, dal Lanzi, e da altri; nulla mi trovo avere che a questo luogo aggiungere si possa, fuorichè un pezzo di Lettera di Marcantonio Michele, gentiluomo Veneziano, il quale al tempo della morte di Raffaello trovandosi in Roma, ad Antonio Marsili Veneziano la scrisse, con belle notizie e saggie riflessioni. Fu serbato questo monumento nell’originale dettatura da Marino Sanudo ne’ copiosi Diarii Storici, altre volte allegati, esistenti nella Regia Biblioteca di San Marco; ed è come segue.
Summario di una Lettera di Ser Marco Antonio Michiel de Ser Vettor, data a Roma a’ dì xi. April 1520. drizzata ad Antonio di Marsilio in Venetia.
Sta in San Gioanni una pietra sopra quattro colonnette alla altezza della misura di Cristo, sotto cui dicono alcuno non intrare che se agguagli, sicchè o non sii maggiore, o minore. Il Sanuto vi si è agguagliato appunto appunto: di che vi rallegrarete con lui. Venne qui con il Contarini. Siamo stati a vedere le antiquitati quanto ha patito il tempo.
Il Venerdì Santo di notte venendo il Sabbato a hore 3. morse il gentilissimo & excellentissimo pictore Raphaelo de Urbino con universal dolore de tutti, & maximamente delli docti; per li quali, più che per altrui, benchè ancora per li pictori & architecti, el stendeva in uno libro, siccome Ptolomeo ha isteso il mondo, gli edificii antiqui de Roma, mo-
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