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in Roma l’anno 1495, addietro s’è fatta menzione fra le cose di Andrea Odoni.

(127) Giovannantonio Veniero, mentovato come uomo eloquente dal Paruta, da Pietro Giustiniano, e da altri storici nostri, s’adoperò con lode di prudenza singolare e di splendidezza in ambascerie al Re di Francia, presso cui fu due volte, ed a Carlo V. Imperadore due volte parimente, prima alla sua residenza, poi quando venne nel Veronese per portarsi all’impresa d’Algieri. Dopo andò Luogotenente a Udine, e di là passò ambasciatore a Roma, dove grande onore si fece. Il Bembo n’è testimonio, di cui sono queste parole in lettere a Giammatteo suo nipote di là scritte l’anno 1546: Il clarissimo M. Giovan Antonio Venier è fatto molto mio, ed io tutto suo, che lo vedo di ottimo animo e di singolar valore, e fa per somma eccellenza il suo officio, e vive da vero gentiluomo, e splendidamente..... Certo è ch’ei merita somma laude, e nostro Signore ne fa un gran caso..... È un grande uomo da bene, e molto prudente gentiluomo, e molto amato ed estimato da nostro Signore. Io per la sua virtù gli son fatto affezionatissimo, e lo amo ed onoro con tutto l’animo.

(128) Nè di questa sì dettagliata pittura, nè delle altre di Raffaello dall’anonimo nostro indicate alcuna menzione vedesi fatta da’ principali scrittori intorno all’immortale pittore. Per vero dire, il breve corso di vita, ch’ebbe Raffaello, deve renderci molto guardinghi ad accordargli nuove opere, oltre quelle che per sue sono già riconosciute: e nientedimeno la testimonianza, che qui ci si presenta per antichità e sincerità è autorevole non poco. Non rimane dunque, per salvare ogni riguardo, sennon da riflettere che tutto poi il maestro colle mani sue non fa; ma di quel-

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