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al naturale; già posseduto dalla Famiglia Giustiniana, poi dalla Cornara della Cà grande e dal Boschini nella Carta del navegar pittoresco grandemente lodato. Aggiunge poi: Qui non mi starò a dire, che queste Grazie sono vestite e acconciate alla foggia che correva a’ tempi del Palma; essendo a lei ben noto siccome la più parte de’ pittori Veneziani, quanto si sono studiati di dar vita e sangue alle loro figure, e bizzarria alle loro invenzioni; all’incontro della convenienza e del costume pare non se ne siano dati certo pensiero. E benchè queste tre figure potessero per avventura venir prese per ritratti; la testa di quella di mezzo par cavata dalla Niobe: tanto ella è corretta, elegante, e Greca nella sua forma. Il quadro è facilmente quel medesimo che l’anonimo nostro ci ha qui dinotato come contenente tre donne ritratte dal naturale; e così le tre Grazie con la testa della Niobe vanno ad essere fantasie dell’Algarotti, ed il Palma si è bene diportato anche nel dipingere li vestimenti e le acconciature.

(114) Bianca Maria figliuola di Galeazzo Sforza Duca di Milano fu la moglie di Massimiliano I. Imperatore.

(115) Ora s’aggiunge per la prima volta questo ritratto alli tanti altri di Tiziano già conosciuti: sebbene non è cosa insolita il trovarne di quei che siano stati dimenticati da’ principali scrittori; com’è, per un nuovo esempio, quello ancora di Marcantonio Morosini Senatore, lodatissimo dall’Aretino (Lettere, Lib. III. p. 161.) Di Cristoforo Marcello Arcivescovo di Corfù molto e bene ha scritto il Zeno nelle Dissertazioni Vossiane (T. II. p. 122.): ma più diffusamente poi Fra Giovanni degli Agostini, che la Vita ne fece nel tomo terzo degli Scrittori Veneziani; il quale, come accennai del Beazzano scrivendo, inedito se ne rimane.


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