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dantissima quella casa Udoni; la quale per mostrare il Trevigi che fusse amica e un albergo di virtuosi, vi fece da un lato Apollo e dall’altro Pallade: e questo lavoro fu condotto molto frescamente, onde ne riportò Girolamo onore ed utile. Ed il Ridolfi, con qualche differenza, ma sempre con lode del pittore, scrisse poi (T. I. p. 214.): Più eccellentemente si portò Girolamo nella facciata di Andrea Odone in Venezia al ponte del Cafaro, ove dipinse Cerere con fasci di spiche e Bacco con un vase a sedere sopra le nubi, ed una fanciulla, credesi una delle Grazie, che versa vino da due vasi, ed alcuni bambini volanti con fiori in mano; dinotando i comodi e le fortune dell’Odone: e dalle parti del pergolato fece Apollo con l’arco nella sinistra, mano, e la destra posata sopra il Carcasso, e Pallade con l’asta e lo scudo, per dimostrare il talento ch’egli aveva di molte virtù. Vi sono figure a chiaro scuro, ed altre fantasie; le quali fatiche piacquero molto ai Veneziani per la vaghezza e delicatezza usatavi. Un bell’avanzo di queste opere, che ancora bene si vede, e rappresenta l’Apollo, accredita il giudizio di questi due scrittori; co’ quali s’accorda il nostro gravissimo Zanetti, affermando che da quella sola figura apparisce che il pittore seguiva degnamente le Romane scuole, e coloriva con molta vaghezza (Della pittura veneziana, p. 290. sec. ed.). Si meritò l’Odoni onorevole iscrizione emortuale, e questa gli fu posta in Santa Maria Maggiore:


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