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a scrivere il Sabellico (De situ urbis p. 85. t.): In Cassiani templo tabula est Messenii pictoris, cui ad exprimenda quæ voluit nihil videtur, præter animam, quam dare non potuit, defuisse. Il Vasari ne dice di essa molto bene (T. III. p. 314. ed. Siena), ed il Sansovino (Venetia citta nobilissima et singolare, p. 76.) nel 1580. la riferisce come esistente. Sappiamo dal Ridolfi (T. I. p. 49.) ch’essa rappresentava Nostra Donna sedente; ma che a suo tempo, cioè nel 1646, era già stata levata, come pure altra palla del pittore medesimo in San Giuliano; perdite di amara ricordanza.

D’Antonello a ragione scrive l’autore delle Memorie de’ Pittori Messinesi stampate a Napoli nel 1792. (p. 13.) che s’ignora il tempo della nascita, egualmente che della morte di lui. Presso l’anonimo nel 1475. lo troviamo a Venezia, e nel 1490, secondo il Ridolfi, dipinse a fresco in S. Niccolò di Treviso due armati all’antica a’ lati d’un personaggio di casa Oniga, cioè di Agostino, di cui è riportato l’epitafio da Bartolommeo Burchelati (Commentariorum memorabilium multiplicis hystoriae Tarvisinae locuples promptuarium libris quatuor distributum, p. 323.). Ciò è quanto abbiano di preciso per fissare il soggiorno di lui in questi paesi. Il Vasari lo fa morto d’anni quarantanove in Venezia, e porta un’iscrizione sepolcrale a lui messa. Questa però or non si vede, e indarno anche a’ tempi nostri è stata cercata (Murr, Journal zur Kunstgeschichte und zur allgemeinen Litteratur, Nurnberg, 1775. T. I. p. 25.)

(101) Andrea Odoni, di civile famiglia ed assai doviziosa, trasportatasi da Milano a Venezia sulla fine del secolo quindicesimo, qui grand’onore si fece colla splendidezza e nobiltà di trattamento, impiegando pure sue ricchezze nell’acquistare anticaglie e pitture, e nel far eseguire ope-


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