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(84) Una Pietà, con più figure dipinta in San Pancrazio di Bergamo riferisce il Pasta nelle Pitture di quella città, e dice ch’ella molto si assomiglia alla maniera di Lorenzo Lotto (p. 52.). Facilmente è la stessa, che l’anonimo ora ci fa sapere esser opera di Bramante; ed a lui pure si deve la notizia che questo dipingesse anche li Filosofi nel Palazzo del Podestà addietro notati.
(85) Grandi cure si sono prese li Bergamaschi affinchè quella palla riuscisse una delle più belle e più cospicue opere in tale genere. Furono consultati per disegni e modelli Andrea Riccio scultore, Bernardo Zenale pittore, Andrea Zilioli architetto, Lorenzo Lotto, Antonio Bosello, Jacopo de’ Scipioni, Andrea Previtali pittori; e Simone (forse de’ Germani) da Pavia scultore ed orefice, Galeazzo e Giacomo Cambi Cremonesi orefici, e Bartolommeo da Gandino scultore vi furono scelti a lavorare. Il maneggio che per questo lavoro se n’è fatto risulta da’ documenti che il Conte Tassis ha pubblicati nelle Vite degli Artisti Bergamaschi (T. I. p. 35. e seg. 27. 71.), traendoli specialmente da un Libro pubblico chiamato dell’Ancona, perchè null’altro vi contiene, sennon le memorie di questo affare dall’anno 1521. al 1526; le quali ricevono lume dalle parole dell’anonimo nostro, e vicendevolmente a queste ne danno. Non si vede ora reliquia veruna di sì grand’opera: v’è però fondamento di credere che non foss’ella a finimento mai stata ridotta, trovandosi che nel 1580. si fece capo col Senatore Veneziano Iacopo Contarini, delle lettere e delle arti gran protettore, per trovare orefice che la terminasse (Tassis, Lib. cit. p. 71.). La chiesa dall’anonimo nominata della Misericordia ora comunemente di Santa Maria Maggiore si chiama.
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