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gnificato se ne conosca. Ambedue queste medaglie osservò nel Museo Cesareo di Vienna Apostolo Zeno, e la prima attribuì ad un Pietro Pisano pittore (Lettere, T. IV. p. 141. ed. 1785.): ma in vece Vittore Pisano io stimo con M. Mariette (Lettere pittoriche, T. V. p. 263.) che riconoscere vi si debba; siccome pure altra medaglia di minore grandezza che ha una testa scoperta colle parole pisanus pictor, e senza parole nel rovescio, la quale nel Museo Mazzucchelliano si riporta (T. I. Tav. XI.) ed a Vittore si attribuisce. Dicendo poi il Gaurico (De sculptura, Gronovius, Thesaurus graecarum antiquitatum, T. IX. p. 774. edit. Lugduni Batavorum) che era Pisanus pictor in se cælando ambitiosissimus, anche queste due medaglie come opere di lui a ragione tenere si possono.

Per altro belli avanzi delle pitture nel castello di Pavia si vedevano ancora a tempo di Stefano Breventano; giacchè nell’Istoria di quella Città scritta l’anno 1570. egli ne fece questa ricordanza (Lib. I. p. 7.): Le sale e camere, tanto di sopra, quanto di sotto, sono tutte in volto, e quasi tutte dipinte a varie e vaghe istorie e lavori; i cui cieli erano colorati di finissimo azzurro, ne’ quali campeggiavano diverse sorti d’animali fatti d’oro, come leoni, leopardi, tigri, levrieri, brachi, cervi, cinghiali, ed altri, e specialmente in quella parte che rimirava il Parco (la quale, come abbiamo detto, fu rovinata con l’artiglieria dall’esercito Francese alli 4. di Settembre l’anno del 1527), nella quale, come a’ giorni miei io l’ho veduta intera, si vedeva un gran salone lungo da 60. braccia e largo 20., tutto istoriato con bellissime figure, le quali rappresentavano caccie e pescagioni e giostre, con altri varii diporti dei Duchi e Duchesse di questo Stato.


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