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narsi allo scrittore quello che immediatamente soggiunge: Vel dicitur Regisol, quasi regens solem, eo quod, sicut fertur, antiquitus artificioso, vel incantato motu gyrum solis imitabatur. Dell’essere poi stata trasportata la statua da Ravenna segue: Hanc autem statuam antiquitus & corpus B. Eleucadii Episcopi abstulerunt Ravennatibus Papienses, contra quos habebant inimicitiam atque bellum. Come nel 1528. que’ di Ravenna se l’avessero presa, ed il Duca di Milano Francesco Sforza II. la ricuperasse, ed a Pavia la rimettesse, lo narra fra gli altri Leandro Alberti nella Descrizione d’Italia ove di Pavia tratta. E’ però la statua di mala conservazione, e da varj rappezzamenti bruttata.

(82) Nominandosi qui la famosa Libreria di Pavia, non ha da intendersi ch’essa come anche allora esistente si dinoti. Aveala bensì messa insieme Giangaleazzo Visconti Duca di Milano, e se si vuol prestar fede al Giovio (Vit. Galeat. Vicecom.), principio ne avea dato Galeazzo padre di lui, ad esortazione del Petrarca: ma sino dall’anno 1499, in cui dal Re di Francia Lodovico XII fu presa Pavia, i libri n’erano stati portati via, e nella regia Libreria di Blois collocati. Che questo trasferimento seguisse, l’ho io asserito nella Dissertazione storica sopra la Libreria di S. Marco di Venezia, nell’anno 1779. stampata (p. IX.), autorizzando il mio detto con l’Essai sur la Bibliotheque du Roi, messo al principio del primo volume del Catalogo de’ libri Teologici a stampa della Biblioteca regia di Parigi (p. VIII.). Tuttavia ha riputata sospetta la mia asserzione il Sig. Ab. Rive, e ciò per quello che ha egli letto nelle Storie di Pavia di Stefano Breventano: Je la crois suspecte d’apres ce que j’ai lu dans l’Istoria dell’Antichità di Pavia per Breventano, in 4.


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