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condurre a fine la fabbrica del Duomo di Milano: anzi le parole dell’anonimo nostro ci rendono chiaro il barbaro testo del Cesariano; il quale però non lascia di far vedere che il Panigarola era conosciuto per architetto di vaglia, ed ordinava templi sì in Milano, come altrove. Ad onore di quel gentiluomo si aggiunge ch’egli con altri suoi concittadini nell’anno 1518. fu deputato alla grand’operazione di rendere l’Adda navigabile sino a Milano: il che risulta dagli Atti sopra quell’affare allora seguiti, e dati a stampa in Milano nel 1520. da Carlo Pagnano in un rarissimo libretto, che l’Argelati nella Biblioteca degli Scrittori Milanesi ha riferito (T. III. p. 1020.).
(80) Era la pittura qui riferita di Giovanni Van Eych da Bruges, che va distinto da Giovanni Memmelinck, per le cose altrove dette.
(81) Questa statua chi l’ha creduta di Antonino Pio, chi di Marco Aurelio, chi di Odoacre, chi di Lucio Vero. Per mostrarla di quest’ultimo scrisse una dissertazione, che non fu stampata, il P. Siro Severino Capsoni Domenicano, autore delle Memorie di quella città; ed a quella si riportano li Monaci Cisterciensi nell’annotazioni all’Istoria del Disegno del Winckelman (Lib. XII. Annot. 2.). Non è da sprezzare ciò che quanto alla denominazione d’essa statua ha il seguente passo dell’anonimo autore dell’opuscolo de laudibus Papiæ scritto circa l’anno 1330, ed inserito dal Muratori negli Scrittori delle cose d’Italia (T. XI. p. 17.): In plateæ medio super columnam lapideam vel lateritiam & tabulam saxeam erecta est statua equi & sessoris ænea, nuper deaurata,... quæ statua cum repercussione solis mirabiliter radiet, & quia forte sic etiam antiquitus radiabat, Radisol ab incolis appellatur. Bensì può do-
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