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lettere Greche e Latine dallo Scardeone e da altri assai commendato; e che tanto esso piacque a Cosimo, che volle usare all’autore un tratto della consueta sua munificenza col regalarlo di sessanta zecchini. Non si saprebbe ciò, per quanto a me pare, se nell’anno 1780. volendosi in Bologna vendere due codici manoscritti, non si fosse stampato un foglietto contenente la lor descrizione; il quale poi, per diligenza che si usasse, ora forse non si ritroverebbe. Del primo adunque d’essi codici è detto che il titolo e il principio era questo:
Inscriptiones Antiquæ, ex variis locis sumptæ a Ioanne Bembo Veneto, Vici Birii Divi Canciani, qui eas hoc in libro scribebat anno orbis redempti 1536.
La prima Iscrizione ha il titolo seguente: Francisci Buzacarini Civis Patavini in laudem Palatii Magnifici Cosmæ de Medicis Hexastichon, quo donatus fuit aureis numismatibus LX.
Hos ego crediderim vel Cæsaris esse penates,
Vel Capitolini templa superba Iovis.
Quam bene sideribus sublimia tecta minantur!
Conspicuo quam sunt ædificata loco!
O fortunatum nimium cuicumque licebit
Molliter in tali consenuisse domo!
Sarebbe da desiderare che il codice in buone mani capitato fosse; dicendosi nel foglietto che il Bembo attesta di aver copiate egli stesso quelle Iscrizioni, e ritrovate in varie città e luoghi di Europa ed anche di Affrica; e che vi sono nel codice medesimo in quaranta due carte descritti in Latino viaggi fatti dal Bembo in Dalmazia, Grecia, Spagna, ed Affrica, e che vi racconta anche molti de’ suoi fatti e casi particolari. Sembra a questi viag-
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