sari nella Vita di Michelozzo Fiorentino come tratte dal libro ventesimo primo dell’Architettura di Antonio Averulino Fiorentino, soprannominato Filarete. Di fatti in questo libro trovasi l’edifizio tutto minutamente descritto: ma che Michelozzo ne fosse l’architetto, e vi dipingesse ancora il ritratto di Cosimo, e che Vincenzio Foppa vi facesse pitture di cose Romane con ornamenti varii, ed altre particolarità dal Vasari indicate, con l’autorità dell’Averulino provarlo non si potrebbe, usando ogni esemplare dell’opera di lui. Tutte quelle notizie certamente non sono nella traduzione Latina di essa, che dall’Italiano fece Antonio Bonfinio; dalla quale, perchè in nessuna lingua l’opera fu stampata, gioverà qui riportare quanto al proposito presente si trova secondo il codice della Libreria Regia di San Marco, di cui più innanzi sarà data contezza; onde con la narrazione del Vasari, che deve averne veduto un testo Italiano più copioso, se ne faccia il confronto, e di quell’insigne edifizio intera conoscenza fare si possa.
Sed de Palatio, quod in urbe Mediolanensi nuper Cosmus erexit, nihil tacendum est. Franciscus Sfortia Dux Mediolanensis, in perpetuum mutuæ fidei & arnicitiæ monumentum, ingenti Cosmum, parentis loco semper habitum, palatio donavit: Cosmus autem, ut cumulatam amico gratiam referret, & gratissimum sibi donum fuisse ostenderet, a fundamentis instauravit, & ita exornavit, ut nil pulchrius in urbe illa ex privatis ædificiis videatur. Id quoquoversus septenum est & octogenum circiter brachiorum: altitudo senum & vicenum. Ut fenestrarum ordo demonstrat, unius tantum contignationis esse videtur. Quæque fenestræ, interposita columnella, geminæ sunt, fictilibus undique cultæ ornamentis. Domus in fa-