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queste parole: Stantque duæ amplissimæ & picturis ornatæ salæ ad latera horum situatæ; quarum prima Thebarum nuncupatur; altera Imperatorum nominatur, prima maior atque gloriosior, qua Romani Imperatores miris cum figuris, cumque triumphis auro optimoque cum colore depicti sunt; quos gloriosae manus illustrium pictorum Octaviani & Alticherii configurarunt. (Muratori, Rerum Italicarum scriptores, T. XXIV. p. 1175.) Altichiero, o Aldighieri da Zevio, Veronese, è pittore abbastanza noto: ma di Ottaviano Prandino Bresciano appena se ne conosce il nome, ancorchè celebre a’ tempi suoi fosse; talchè scrisse Elia Cavriolo ne’ primi anni del secolo sedicesimo: Eo tempore hæc civitas Octaviano Prandino & Bartholino cognomento Testorino pictoribus floruit, quorum virtuti & muneri in colorandis imaginibus nemo adhuc par usque inventus fuit; quanquam Gentilis pictor Florentinus (da Fabriano) Pandulpho tunc principi sacellum in præsentiarum usque Pandulphi Capellam vocitatum & ipse graphice pinxerit (Chronica de rebus Brixianorum, Lib. 9.).

A quelle prime pitture che qui si suppongono fatte colla direzione del Petrarca e di Lombardo dal Mulo, detto anche dalla Seta e da Serigo, altre ne furono sostituite del Campagnola, di Tiziano, di Stefanino dall’Arzere, e di Gualtiero Padovano, con la soprantendenza di Alessandro Bassano e di Giovanni Cavacio, e vi furono effigiati eroi ed uomini illustri Romani e Padovani, postivi sotto gli elogi per mano di Francesco Pocivagno, detto Mauro, Prete Padovano, valente nello scrivere e dipingere lettere, e nello scolpirle ancora (Scardeone, p. 250. 377.). Ha poi proveduto alla conservazione di questi elogi Francesco Boselli Pubblico Professore di Chirurgia in


quel-