parò il famoso egregio pittor Veneziano Giacomo Robusti detto il Tintoretto; l’Adorazione de’ Magi, bronzo di bassorilievo di Andrea Riccio; la Flagellazione di nostro Signore, bassorilievo in bronzo di Donatello; il ritratto di Marco Mantova fatto da Tiziano; il ritratto di Paolo Pino Veneziano fatto da se medesimo; il ritratto di Girolamo Campagna scultore Veronese fatto da Leandro Bassano. Ma di Domenico Campagnola oltre le pitture sul muro, vi si registrano cinque Paesetti a penna stimatissimi, alti un piede, li ritratti di Gio. Pietro Mantova padre e di Marco Mantova figlio sulla tavola, un ritrattino ad acquerella di Andrea Navagero, un altro a penna del Petrarca, ed altre cose sì in disegno, come d’altra sorte di lavoro.
Di Iacopo Sansovino si mette in questo Catalogo un gesso della statua di bronzo di Apollo, da lui posta nella loggietta sulla piazza di San Marco di questa Città; nè altro di lui vi si trova registrato. Del Sansovino quando io m’incontro a vedere il nome, mi nasce il desiderio che si trovi quella collezione di piante di Tempii e di Chiese, che Francesco di lui figliuolo possedeva, per testimonianza del Vasari. Ha anco il detto suo figliuolo in disegno sessanta piante di tempii e di chiese di sua invenzione, così eccellenti, che dagli antichi in qua non si può vedere nè le meglio pensate, nè le più belle di esse: le quali ho udito che suo figliuolo darà in luce a giovamento del mondo, (e di già ne ha fatto intagliare alcuni pezzi) accompagnandole con disegni di tante fatiche illustri, che sono da lui state ordinate in diversi luoghi d’Italia. Così il Vasari nella Vita del Sansovino, non già di prima dettatura, come sta insieme con le altre sue; ma bensì della seconda, in cui l’operet-