vasi nel Museo Praun di Norimberga, di cui ne diede la descrizione a stampa nel 1797 Cristoforo Teofilo de Murr (p. 177.); della seconda uno ve n’ha nella Libreria Regia di San Marco in Venezia; sempre messavi l’iscrizione della base Hercules Buphiloponus, qui tristitiam orbis depulit omnem, peramplo hoc signo Mantuae cura reflorescit: ed in un angolo Colossus p. xl. erectus Patavii Bartolemeo Ammanato Sculptore. Di queste impressioni gioverà la notizia, perchè trovasi quella scultura bensì tuttor esistente, ma per l’ingiuria del tempo, e per la negligenza de’ posseditori di essa, assai male concia. Altra piccola stampa in rame intagliata da Francesco Bertelli vedesi con un poemetto Latino di Michele Cappellari sopra il colosso, stampato in Padova nel 1657; ma è cosa di picciolo conto. Altre insigni opere dell’Ammanati fatte per il Mantova sono il grande Arco ornato di statue nell’atrio di sua casa, e il suntuoso Mausoleo nella Chiesa de’ Romitani; delle quali il Rossetti, il Brandolese, ed altri hanno già recate in pubblico buone notizie. Del Campagnola poi si valse molto il Mantova per dipingere a fresco una sala, ed alcune stanze di sua casa; e dell’opere di lui n’ebbe separatamente non poche, siccome quello che presso di se lo mantenne, e gli fu protettore munifico.
Certo Catalogo del Museo Mantova fatto nel 1695 da un Andrea nipote di Marco, mi fu cortesemente prestato dal Sig. Pietro Brandolese suddetto; il quale in mezzo a superflue e frivole notizie non lascia d’averne di belle e rare. Con la scorta di questo Catalogo ho potuto riconoscere che sei piccioli pezzi di bronzo, già appartenenti al Mantova, poi passati nel Museo de’ Canonici Lateranesi di San Giovanni di Verdara, ora in