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meo Suardi detto Bramantino Milanese, Marco da Pino Sanese, Francesco Magagnolo Modonese, Bernardo Zenale e Bernardo Buttinone, ambedue da Treviglio terra della Ghiarra di Adda, Lodovico Cardi da Cigoli, Cosimo de’ Noferi Fiorentino, Onofrio Giannone Napoletano, e forse altri ancora meno di questi conosciuti.

Il Trionfo di Cesare, opera celebratissima del Mantegna, è già  noto che fu in parte dal pittore medesimo intagliato in rame, e che Andrea Andreani Mantovano nel 1599 lo produsse tutto intagliato in legno; sopra la quale impressione Roberto van Auden Aert di Gand fece un’incisione in rame pubblicata in Roma l’anno 1692 da Domenico de’ Rossi. Non veggo però che dagli Scrittori principali sopra questo argomento menzione si faccia di una bella riproduzione del Trionfo eseguita con intaglio in rame in nove fogli da C. Huyberts nella splendidissima edizione dei Commentarii di Cesare fatta in Londra l’anno 1712 da Samuele Clarke; in cui potrebbe essersi fatto uso delle pitture stesse originali, prese a Mantova nel sacco del 1630, e passate poi a Londra nel palazzo d’Amptoncourt, dove tuttora si veggono. Altra volta ancora comparve esso Trionfo nel 1753 con la Versione Inglese dei Commentarii fatta da Guglielmo Duncan, in Londra parimente stampata: ma ciò si fece sopra li rami stessi dell’Huyberts, dall’uso deteriorati non poco.

Una pittura non riferita da alcuno fra le opere del Mantegna ci viene indicata da Giovanni Vitezio Unghero, che fu Vescovo di Cinquechiese, celebre per poesia Latina col nome di Ianus Pannonius; nella quale esso Giovanni era rappresentato insieme coll’amico suo Galeotto Marzio da Narni, trovatisi nel 1458 allo Studio di Padova.


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