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anch’egli celebre per letteratura, e questo nel 1457 lo aveva acquistato forse dal poeta Porcello Pandonio Napoletano, che certamente lo possedette, ed alla fine vi ha scritto Mei Porceli Laureati antiquitatis pignus egregium. Carissimo se lo teneva il vecchio Bembo, ed a’ suoi discendenti ne commise la conservazione scrivendovi al principio:

est mei bernardi bembi
qvi post eivs obitvm maneat
in svos.
antiqviss. antiqvitatis reliqviae


Nelle buone mani di Pietro Bembo, e coll’opera ancora di lui, lo esaminò a suo piacere quel grand’ingegno di Angelo Poliziano in Venezia l’anno 1491, ed a norma di esso ne ridusse un esemplare stampato nel 1475; il quale posseduto da Pietro Crinito e da Pier Vettori, poi passò nella Libreria Laurenziana (Bandini Catal. Mss. Latin. T. II. p. 264.), ed ora nella Magliabechiana si trova (Fossii, Catalogus codicum saeculo 15 impressorum, qui in publica Bibliotheca Magliabechiana Florentiae adservantur, T. II. p. 639.). Nel collazionare il codice rimase il Poliziano preso da venerazione per la sua antichità, e non potè fare a meno di non iscrivervi dentro:


o foelix nimivm prior aetas
ego angelvs politianvs homo vetvstatis
minime incvriosvs nvllvm aeqve me
vidisse ad hanc diem codicem
antiqvvm fateor


Egli concepì ancora il disegno di fare un’edizione di Terenzio, mettendo a profitto l’opera fat-


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