ma del Castiglione in Cupidinem Praxiteleum; li quali componimenti mostrano di essere stati fatti avendo la scultura presente. Altro Cupido di marmo in atto di dormire, posto similmente sulla pelle del lione, cogli attrezzi medesimi di quell’antico, fece Michelangelo Buonarroti, posseduto prima da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, poi da Cesare Borgia Duca Valentino, che alla Marchesa suddetta lo diede (Vasari, Vite, T. X. p. 39.); e sopra questo epigrammi di Ercole Strozzi, d’Ippolito Capilupi, e d’altri a stampa vi sono. Ambedue in Mantova si vedevano l’anno 1573, quando vi passò il Tuano; e, secondo che far si soleva, prima gli fu mostrato il moderno, poi l’antico, siccome di bellezza molto maggiore (Thuanus, Commentariorum de vita sua, Lib. I. Historiam sui temporis, T. VII. p. 14. ed. Lond. 1733). Sulla fine ancora del secolo stesso nel Museo si vedevano, per indizio che se ne ha da Raffaello Toscano (L’Edificazione di Mantova ec., p. 25. ed. 1586): ma nè l’uno, nè l’altro ora come superstite si conosce.
Del Cupido posseduto dal Bembo è qui detto che aveva presso di se una lucertola, nè degli attrezzi soliti porsi a quella Deità si fa parola. Ma quell’animaluccio, che dorme gran parte dell’anno, suole trovarsi accanto un fanciullo alato, dormiente sulla pelle del lione, o pure con un lione sotto alla testa, con fiori di papaveri, ed altri accessorii, non però quelli d’Amore; e per il Sonno dagl’intendenti a ragione viene preso. Così è in una scultura di Roma presso il Maffei (Statue Romane n. CLI.) ed il Montfaucon (Supplement au Livre de l’antiquité expliquée et representée en figures, T. I. p. 215. p. 225.) in altra di Praga (Jacobi Tollii Epistolae itinerariae, pag. 72.) ed in quella di Iacopo Tollio, che fece tanto scrivere a lui, ed a Iacopo Rondell (Tollii Fortuita,