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pata in Mantova nel 1498. Qualche componimento poetico di Giulio ho veduto, e segnatamente un Sonetto in morte di Papa Giulio II da Marino Sanudo ne’ voluminosi suoi Diarii ricopiato. Una pittura di Giorgione da Castelfranco ed un’altra di Benedetto Diana, non ignobile fra gli antichi pittori Veneziani, avevano servito di originali al Campagnola per li due quadretti qui riferiti.

(41) Fu Carlo Bembo fratello del Cardinale, che nella morte di lui succeduta addì 30 Decembre 1503 fece quella Canzone sì bella, che nelle rime di lui con un Sonetto sullo stesso argomento si trova. Bernardo padre, anche per testimonianza delle Croniche nostre, nel 1472 fu ambasciatore della Repubblica a Carlo Duca di Borgogna per indurlo a collegarsi con essa contro li Turchi (Muratori, Rerum Italicarum scriptores, T. XXIII. p. 1135.).

(42) Un Cupido, d’antica scultura, adagiato a dormire sopra la pelle di lione, con la fiaccola estinta, l’arco, il turcasso, e la mazza d’Ercole, era presso Isabella d'Este Gonzaga Marchesa di Mantova, celebre per la coltura e pel favore delle lettere e delle arti; e si guardava l’opera come di Prassitele, per testimonianza di Giammaria Tricelio, il quale nel suo Lessico Greco e Latino, stampato in Ferrara l’anno 1510, alla voce πανδαμάτωρ, pubblicando un distico Greco che sopra quel Cupido avea fatto, adoperò queste parole: Interim referam carmen, quod Mantuae cecineram, viso Isabellae Praxiteleo Cupidine dormitante in Nemei leonis pelle, face exstincta, arcu & pharetra ac clava Herculea post terga positis &c. Nè ad altro, che a questo devono appartenere una Selva di versi esametri di Fra Battista Mantovano, De Cupidine marmoreo dormiente ad Elisabellam Mantuae Marchionissam, ed un epigram-

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