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ri ritrasse il Bembo, secondo una stampa in rame che ne va attorno; e questo era presso il Cardinale Luigi Valenti Gonzaga: ma il sembiante in questo è sì diverso da tutti gli altri, che il Bembo non vi si riconosce. Da Raffaello fu pure ritratto il Bembo nel palazzo Vaticano, e da Tiziano in quello di Venezia; insieme però con altri uomini illustri di que’ tempi. Medaglie con l’effigie di lui, e busti di marmo parimente si fecero; stampe in rame ed in legno che lo rappresentavano e separatamente fatte, ed al principio delle Rime di lui, nella prima Libreria del Doni, negli Elogj del Giovio, ed in altri libri del secolo sedicesimo furono poste. Potevano così quei che presenzialmente veduto non avevano quel grand’uomo formare facilmente idea di sua persona; siccome toccò al Mureto il quale dedicando a Torquato di lui figliuolo gli Scolii suoi sopra Tibullo scriveva: Equidem non solum quae ille nobis monumenta ingenii sui plurima ac pulcherrima reliquit accurate pervolutare; verum etiam imagines corporis ipsius studiose contemplari soleo, magnamque ex eis oblectationem capio, quod illae mihi ipsum ante oculos constituere rideantur.
(37) Opera di merito singolare doveva esser questa, per l’intima familiarità, che si sa aver avuto Iacopo Bellino con Gentile da Fabriano suo maestro in Venezia. Era poi anche rarissima; non ricordandosi da quei che le memorie di Gentile hanno raccolte ritratto alcuno di lui separatamente dipinto.
(38) Bertoldo d’Este Capitano generale dell’armata da terra de’ Veneziani nella Morea lasciò la vita nella difesa di Corinto l’anno 1463; e trasferito il corpo suo a Venezia, se gli fece un
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