tratti del Bembo, l’uno di Raffaello, l’altro d’un Giacometto Veneziano, autore sconosciuto di pitture e miniature dal solo anonimo nostro indicate. Bensì varj altri ritratti di lui a parte fatti se ne conoscevano. Due ne fece Tiziano, prima che il Bembo fosse Cardinale, e dopo; il secondo de’ quali potrebbe esser quello che a’ giorni nostri fu trovato nella casa già di Pietro Gradenigo, ch’ebbe per moglie la Elena d’esso Bembo figliuola, e con grande maestria intagliato in rame dall’eccellente Bartolozzi vedesi al principio dell’Istoria Veneziana dal Cardinale volgarmente scritta, e secondo l’originale da me pubblicata in Venezia l’anno 1790. Un ritratto ancora come dipinto per mano di Tiziano ne lasciò Marcantonio Foppa l’anno 1673 alla città di Bergamo, da essere in pubblico luogo collocato (Serassi, Vita di Torquato Tasso, p. 520. ed. Roma. Pasta, Le pitture notabili di Bergamo, p. 33.). Altro ritratto sulla tavola, di picciola forma, che di maniera Tizianesca è certamente, fatto dopo il Cardinalato, una volta di ragione di Paolo Rannusio, come un’iscrizione dietro postavi il dinota, Pauli Rhamnusii & amicorum, poi venuto in potere del mio Bali Farsetti, con altre rare cose da questo lasciatevi, nella Regia Libreria di San Marco si conserva. Di grandezza quasi eguale a questo uno ne possiede in Padova l’ornatissimo Sig. Conte Antonio Borromeo con l’iscrizione Petrus Bembus annum agens LXXVII.: e da questo pare cavata una stampa intagliata in rame che ha le parole medesime, ed è fattura del cinquecento, da me già veduta in una grande raccolta di simili cose, che il buon amico mio Amedeo Svaier aveva. Nella Galleria di Firenze ed in altre ritratti del Cardinale non mancano. Anche il Vasa-