putazione, che il Magnifico Lorenzo de' Medici avendo voluto raccogliere al suo giardino di San Marco alquanti giovani, fra’ quali v’era anche Michelagnolo, per farli ammaestrare nella pittura e nella scoltura, diede loro Bertoldo per capo e maestro; ed a lui affidò la custodia de’ molti disegni, cartoni, e modelli a quell’istituto raccolti. Tutto ciò dal Vasari nelle Vite di Donatello, di Torrigiano, e di Michelagnolo è detto. Una grande medaglia da Bertoldo gettata, non però di felice lavoro, fra quelle della Regia Libreria di San Marco in Venezia si trova; la quale da una parte ha il busto di Maometto II. Imperatore de’ Turchi con le parole mavmhet asie ac trapesvnzis magneqve gretie imperat. e dall’altra ha un carro trionfale, sopra cui sta un genio alato, che con la mano dritta tiene una fune e conduce avvinte tre donne coronate, simboli delle provincie conquistate, con le parole gretie . trapesvnty . asie . Abbasso stanno giacenti Mercurio e l’Abbondanza con le parole opvs bertoldi florentini scvltoris.
(31) E’ cosa nuova a sapersi che Cimabue abbia dipinto in Padova: pure non va sì tosto negata credenza al nostro scrittore, il quale con precisione indica questo avanzo di opera sua custodito come grande rarità. Per verità Michele Savonarola nell’opuscolo altrove citato delle lodi di Padova, in cui raccoglie li pregi di quella città anche quanto ad insigni pittori che vi avevano operato, nulla dice di Cimabue: ma a tempo suo, cioè alla metà del secolo quindicesimo, l’incendio della Chiesa del Carmine era facilmente già succeduto, e questo pezzo di pittura se ne stava nascosto. Pitture del tempo di Cimabue si vedevano già nelle chiese di Padova anche a tem-