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da una delle due iscrizioni a lui poste chiaramente si conosce.

(27) Bene competeva a Niccolò Leonico Tomeo Veneziano il soprannome di Filosofo, che qui dato gli viene, essendo egli stato il primo che in Padova sbandì dalla Filosofia le vane speculazioni e le sofistiche dispute, che la professione di essa nelle Università tutte avevano contaminata; e ciò dopo avere studiata quella facoltà in Padova medesima, e specialmente sotto la disciplina di Niccolò Vernia da Chieti, professore di quel cattivo gusto. Nel conferirglisi perciò la laurea in quella facoltà, l’anno 1485, straordinaria lode gli si è data; dicendosi negli Atti citati Dominus Nicolaus de Tomeis Civis originarius Venetus, iuvenis modestissimus, doctissimus Graece & Latine. Quivi nell’anno 1497, a richiesta di grande numero di scolari, cominciò egli a spiegare il testo Greco di Aristotile, facendo uso de’ Greci interpreti, appena allor conosciuti nelle scuole, ed accoppiandovi spesso le dottrine di Platone; sempre con ornamenti di erudizione presi dagli autori dell’amena letteratura, ed usando nobiltà e pulitezza di stile. Li suoi comenti sopra i libri minori d’Aristotile, con nuova traduzione, ci danno un bel saggio della maniera da lui tenuta in quella singolare intrapresa: e ben si vede che sono senza pari fra quante altre opere di simil fatta a que’ tempi vennero fuori. Afferma egli stesso che per dieci anni ebbe in Padova quella lettura (Epist. dedicat. in Aristot. de memor. & reminisc.). Si sa però che vi passò poi lungo tempo, menando vita privata, e facendo di sua casa una scuola di dottrina e di buoni costumi. In Padova pure egli lasciò di vivere nell’anno 1531: il che da una Lettera del Bembo (Vol. I. Lib. 3.


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