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Valle quando esalta il merito di queste pitture, nella Lettera al Principe Don Agostino Chigi, stampata con la descrizione delle quattro prime stampe di esse pubblicate dal Sig. Francesco Mengardi: ma insieme si desideri che l’opera proseguisca con esatta corrispondenza agli originali.

(24) Qui l’autore ci mette dinanzi un Resilao, pittore non mai più inteso. Ma egli forse ha letto malamente il nome di lui; e chi sa che sul quadro non fosse notato Lancilao, o Lancislao Padovano, pittore del tempo segnato, di cui presso il Vasari nella Vita di Fra Filippo Lippi trovasi fatta menzione?

(25) Un pezzo di questa palla, che ne formava il comparto di mezzo, è riferito dal Brandolese (p. 252.) come or esistente nella Libreria del Convento con l’epigrafe Opus Sclavonii Dalmatici Squarcionii. Il Sig. Ab. Lanzi in un bel dipinto a Fossombrone trovò Opus Sclavoni Dalmatici Squarcioni S (Scholaris). Forse anche la pittura di Padova doveva portare simile scrittura. Il Ridolfi (T. I. p. 68.) chiama erroneamente Girolamo questo Schiavone; il quale è detto Gregorio dallo Scardeone, mentre lo annovera fra gli scolari dello Squarcione (De antiquitate urbis Patavii, p. 370.), e negli Statuti de’ pittori Padovani ha pure questo medesimo nome (Lanzi, Storia pittorica della Italia, Indice, p. 498.)

(26) Pietro Roccabonella Veneziano nel registro del suo dottorato in filosofia, che si trova negli Atti del Collegio dei Filosofi e Medici di Padova all’anno 1449, è nominato Petrus Roccabonella de Venetiis filius Ludovici Roccabonella de Coneglano Artium & Medicinae Doctoris. Lesse egli Logica Filosofia e Medicina in Padova lungo tempo, e con grande riputazione, sino all’anno 1491, nel quale morì; siccome da que’ medesimi Arti e


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