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costrutta. Lo assicura anche il Brandolese, da cui l’epoche della vita del Falconetto furono esattamente fissate (Pitture, sculture, architetture, ed altre cose notabili di Padova, p. 253. 27. 276.).

(20) E’ artefice sconosciuto questo Giovanni Padovano: bene si conosce il Gobbo, cioè Cristoforo Solari Milanese, di cui il nostro autore riferisce opere nella chiesa della Carità di Venezia, ed altre con giudizio sempre assai favorevole ne rammenta il suo compatriotta Lomazzo.

(21) E’ da valutarsi la testimonianza di questo iscrittore come la più autorevole di ogni altra per istabilire la patria del Campagnola, essendo precisa e contemporanea: e si vede perciò che non era mal fondata l’asserzione di quelli che Veneziano lo dissero. Opera di lui potrebbe essere stata una medaglia di bronzo di mezzana grandezza gettata in onore di Sigismondo II Re di Polonia, nella quale da una parte v’è il busto del Re colle parole sigis. avg. rex polo. mag. dvx lit. aet. s. xxix. e dall’altra v’è un’Aquila Polona colle parole anno d. nri mdxlviii. dominicvs venetvs fecit. Sta essa fra le medaglie nella Regia Libreria di San Marco custodite.

(22) Pittore di molto merito, ma di poca fama, e perciò alcune volte confuso con Girolamo Campagnola; giudiziosamente però distinto da questo nell’opera citata del Brandolese p. 100. 280.

(23) Comunemente questo egregio pittore è detto Bernardo Parentino, e non Lorenzo: forse però abbracciando lo stato eremitico; di che ne dà indizio soltanto l’anonimo nostro; egli prese il nome qui posto. Bella intrapresa fu quella di dare intagliate in rame le pitture di questo chiostro; nelle quali male si avviserebbe chi credesse esservi la grande scorrezione di disegno che le stampe fattene presentano. Si creda pure al P. della


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