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vannini da Capugnano Domenicano nell’edizione di Vicenza 1601. in 8., la qual Descrizione sta ivi confusa con le giunte del Frate: ma che il Pignoria ne sia stato l’autore lo mostra l’autografo suo, ch’è presso di me: e per verità il discernimento ed il buono stile mostrano assai più dotto Scrittore, che il Frate non era; ed è già noto per la testimonianza dello stampatore che l’accrescimento di quell’Itinerario a varii uomini di lettere è dovuto.

(9) Qui potrebbe aver luogo l’opera di Giotto mentovata dal Vasari. Al proposito però fa il Savonarola scrivendo di Giotto ch’egli dipinse in Padova la chiesiuola dell’Arena, Capitulumque Antonii nostri etiam sic ornavit, ut ad hæc loca & visendas figuras pictorum advenarum non parvus sic confluxus. (Lib. cit. p. 1170.)

(10) Prende autorità qui ed altrove l’anonimo da una Lettera Latina di Girolamo Campagnola Padovano a Niccolò Leonico Tomeo insigne filosofo; la quale anche il Vasari ha veduta ed allegata sì nella Vita di Paolo Uccello, come in quelle di Andrea Mantegna e di Vittore Carpaccio (T. III. p. 67. T. IV. p. 228. 313.), dicendo che il Campagnola con essa dava notizia al Tomeo di alcuni pittori vecchi che servirono li Signori Carraresi. Non trovasi copia veruna di questo monumento, che recherebbe notizie care a sapersi: e neppure, per quanto io veggo, alcun lavoro in pittura d’esso Campagnola, ancorchè il Vasari pittore lo dica, egualmente che Giulio di lui figliuolo, e discepolo dello Squarcione lo faccia (T. IV. p. 307. 315.). Fu però egli uomo di bell’ingegno, e fece operette varie, dicendo di lui lo Scardeone (De antiquitate urbis Patavii, p. 244.): Scripsit libellos quosdam, ut ab eodem audivi, de

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