Pagina:Michiel - Notizia d'opere di disegno, 1800.djvu/127


100

del P. Menestrier. Lavorò Gentile anche nel gettare medaglie: almeno una grande di nettissimo impronto ne fece all’Imperatore de’ Turchi suddetto; di cui v’è il busto da una parte con le parole mohameti imperatoris magni svltani, e dall’altra tre corone si veggono l’una sopra l’altra, con le parole gentilis bellinvs venetvs eqves avratvs comesq. palatinvs f. Alli due fratelli Bellini non mancarono medaglie che gli onorassero, e due specialmente vanno pregiate di Vettore Gambello, ovvero Camelo, da riferirsi in altra di queste annotazioni.

(8) Secondo il Vasari Giotto dipinse nel Santo una cappella bellissima (T. II. p. 90.): il Baldinucci sulla fede di lui lo ha ripetuto: e il Polidoro, il Pignoria, ed altri francamente trovarono la cappella in questa di San Felice; ancorchè essendo stata essa eretta nel 1376, non possa aver pitture di Giotto, che morì quarant’anni addietro. Bene adunque l’anonimo nostro la fa dipinta da Jacopo d’Avanzo, ed a lui concilia fede Michele Savonarola, il quale circa il 1445. facendo memoria de’ pittori illustri in Padova, scrisse: Secundam sedem Iacobo Avantii dabimus, qui magnificorum Marchionum de Lupis admirandam capellam veluti viventibus figuris ornavit (Libellus de magnificis ornamentis regiae civitatis Paduae, Rerum Italicarum scriptores, T. XXIV. p. 1170.). Che pure il Pignoria tenesse quelle pitture come di Giotto si ha dalle seguenti parole sue: Si qui pictura capiuntur, habent illustris Giotti manum propositam in aedicula D. Felicis Summi Pontificis, ubi eius corpus adservatur; qua nescio an perfectius quidpiam, temporum inspecta conditione, reperiri possit. Così egli nella Descrizione di Padova, inserita nell’Itinerario d’Italia di Francesco Scoto d’Anversa, accresciuto da Fra Girolamo de’ Gio-


van-