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giam eorum solum pulcherrimis tabulis iti dies illustrant, sed totam pœne civitatem decorant. Et quod longe mirabilius est, ipsis etiam approbantibus, maior natu Gentilis Muhameto Turcarum rege poscente, Byzantium usque transmittitur; ubi arte & ingenio suo quid Venetus sanguis valeret non obscure demonstrans & Venetam picturam mirifice illustravit, & equestri dignitate donatus, coronarium aurum virtutis suæ præmium, Phrygio etiam amiculo, tiara, cothurnis, ac torque aurea decoratus, in patriam reportavit (Lib. II cap. 4.). Comunemente si crede che Maometto II Imperatore de’ Turchi chiesto abbia Gentile alla Repubblica per adoperarlo in opere di pittura: Marino Sanudo però in uno spoglio di Cronache Veneziane fa ricordanza precisa del fatto con queste parole: 1479. Adi primo Avosto venne un Orator Iudeo del Signor Turco con lettere. Vuol la Signoria li mandi un bon pittor, e invidò il Dose vadi a onorar le nozze di suo fiol. Li fu resposto ringraziandolo, e mandato Zentil Bellin ottimo pittor, qual andò con le galie di Romania, e la Signoria li pagò le spese, e partì adi 3. Settembre. Mise a profitto Gentile la sua dimora a Costantinopoli per prendere in disegno la insigne Colonna Teodosiana; e mercè l’opera sua ora l’abbiamo intagliata in rame in diciotto tavole sopra li disegni stessi di Gentile, nell’Accademia di pittura e scoltura di Parigi conservati. Ne fece l’edizione il P. Claudio Francesco Menestrier Gesuita in Parigi l’anno 1702: ma essendo l’intaglio non abbastanza bene riuscito, sopra li disegni medesimi nuova incisione ne fece fare il P. Banduri, e riprodusse l’opera nel tomo secondo dell’Impero Orientale l’anno 1711. Recentemente ancora in Venezia altra impressione se n’è fatta, premessavi una Latina descrizione

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