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loggie della Basilica loro; e le parole del Decreto, che per ciò ne fecero l’anno 1496, mostrino l’alta stima che di lui si faceva. Advocatus fue rat ad hanc civitatem excellens Architectus, Geometra clarissimus, Sculptor peritissimus, ac ingeniosissimus opificiorum Ducalium Præses, Antonius Riccius Venetus pro materia podiolorum huius Palatii mature consultanda. Così nel Decreto dato fuori dal Conte Enea Arnaldi nel Trattato delle Basiliche e specialmente di quella di Vicenza; nel quale pubblicate sono anche due Scritture del Riccio su quel proposito (p. cxviii. e seg.). Non deve fare autorità quel Decreto per istabilire che il Riccio fosse Veneziano, in confronto del Zovenzonio e del Colacio, che Veronese lo hanno chiamato; avendo facilmente l’uffizio suo d’Ingegnero dell’Illustrissima Signoria di Venezia, com’egli in una di quelle Scritture si nomina, data occasione di dirlo Veneziano. Il Gaurico nel Dialogo citato della Scultura lo mette pur egli fra gli scultori più illustri di quel tempo, e lo fa emulo di Tullio Lombardo, ma senza dirne la patria. Il Temanza riportando le parole di lui ve l’ha aggiunta, ma erroneamente, dicendolo Padovano (Vite dei più celebri architetti, e scultori veneziani, Lib. I. pag. 119.): bene si diportò il March. Maffei, sulla fede del Colacio mettendolo fra li chiari artisti della patria sua (Verona illustrata, P. III. p. 80.).

(4) Antonio Trombetta Padovano de’ Minori Conventuali, Arcivescovo prima di Atene, poi di Urbino, pubblico Professore di Metafisica, e chiaro per opere di Filosofia e di Teologia date a stampa. Morì nell’anno 1517, ed intorno a quel tempo ha da tenersi fatto il monumento, di cui se ne conosce autore il Riccio soltanto per l’indicazione qui data.

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