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Carmina illustrium poetarum Italorum Tom. XI, p. 476.

Crispo marmorario nobilissimo

Marmor erant homines, inspecta Gorgone: marmor
          Nos sumus, inspecto marmore, Crispe, tuo.


Non lasciano dubbio sopra ciò due altri distici del Zovenzonio medesimo inseriti in un bellissimo codice membranaceo, che io tengo, di sue poesie Latine nella massima parte inedite; intitolati Crispo Veronensi marmorario clarissimo, ed Antonio Crispo marmorario; l’uno de’ quali sopra un Ercole di suo lavoro è questo:

Herculis effigiem mirans Antonius inquit:
          Corpora do: Superis dic tibi dent animam.


Nè d’altra statua di Eva, che della sopraddetta, forse va inteso questo distico dell’autore medesimo, in esso codice scritto:

Evæ marmoræ laus.

Si tua forma fuit, quæ marmore vivit in isto,
          Quoi mirum, si vir paruit, Æva, tibi!


Ma seguì il Riccio a fiorire per tutto quel secolo; vedendosi noverato fra gli architetti e scultori allora più celebri da Matteo Colacio in una Lettera dell’anno 1475, stampata nel 1486. con altre cose di lui; e così pure da Fra Luca Pacioli nella dedicazione al Duca di Urbino della Somma d’Aritmetica Geometria Proporzioni e Proporzionalità, impressa in Venezia l’anno 1494. col dire che in Vinegia el degno de marmi sculptore & architetto Antonio Rizzo nello excelso Ducal Palazzo, de tutte sorte de figure adorno, alla giornata el rendevan chiaro. Fu egli chiamato da’ Vicentini a suggerire il modo di riparare alla rovina delle


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